lunedì 8 settembre 2008

L'onore dell'Arma dei Carabinieri

Al Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri - ROMA

Signor Generale,
mi permetto di disturbarla per segnalare una questione veramente grave che coinvolge alcuni ufficiali di grado elevato dell'Arma dei Carabinieri: Gen. Massimo Cetola (oggi in pensione), Gen. Emanuele Garelli, Ten. Col. Nicola Improta, Ten. Col. Pietro Giuseppe Polignano. Credo, ovviamente, che Ella sia già informato "per le vie gerarchiche" ed anche attraverso quelle istituzionali ma, tuttavia, non avendo notizia di provvedimento alcuno, ho ritenuto di sottoporLe questa istanza.
Alcuni ufficiali, dicevo, sono stati iscritti fra gli indagati nel procedimento "Toghe Lucane" per atteggiamenti, decisioni e atti che risulterebbero incredibili se non fossero documentati da testimonianze, intercettazioni e documenti acquisiti al fascicolo penale.
A questo punto, credo, si debba rimettere al loro onore di soldati e carabinieri la decisione di cosa porre in essere per la doverosa e superiore tutela dell'Arma stessa. La gente ha da sempre percepito l'Arma dei Carabinieri come il baluardo invalicabile delle garanzie costituzionali. Nessun altro corpo, nemmeno l'Esercito, forse, è percepito così coincidente con lo Stato stesso.
Solo per questo, varrebe già la pena di restituire questa impegnativa fiducia dei cittadini intatta e intonsa da ogni tarlo.
Vede, Eccellenza, non ho inteso importunarLa quando fatti personali gravissimi costituivano offesa e abuso dei poteri giudiziari. Nemmeno quando per il reato di associazione per delinquere finalizzata alla diffamazione (reato inventato di sanapianta e mai giudicato nei tribunali italiani) costringeva me e la mia famiglia a subire l'onta della perquisizione in casa. Neanche quando, attraverso un collegamento ancora più ardito e assurdo, si disponeva ed eseguiva la perquisizione domiciliare presso l'abitazione di mio padre ottantenne, appuntato dei carabinieri in pensione, responsabile di ricevere le mie visite parentali. Neanche, in ultimo, quando venne perquisito l'ufficio del Comandante della Compagnia Carabinieri di Policoro (Cap. Pasquale Zacheo). Sospettato di essere il capobanda dell'associazione per delinquere di cui innanzi. Vede, Ecc.mo Comandante, il silenzio dell'Arma dei Carabinieri su questo episodio (perquisizione in caserma al Comandante di Compagnia) è stato il colpo più basso e violento inferto al sentimento di stima verso i Carabinieri e verso le istituzioni. E di questo silenzio, alla luce di quello che è emerso nell'inchiesta "Toghe Lucane", il Comando Generale dovrà fare ammenda pubblica. Poiché ogni errore è lecito quando è compiuto in buona fede, ma porvi riparo è un dovere primario e impellente! Vede, stimato Comandante Generale, Lei non può pensare in "proprio". L'alto incarico che Le è stato conferito la pone al vertice di secoli di storia e di onorato servizio dell'Arma allo Stato Italiano ed al Popolo Italiano. Migliaia di Medaglie e innumerevoli atti di eroismo ne sono testimoni.
Purtroppo quanto risulta dalle indagini del Dr. Luigi De Magistris circa le responsabilità dei Generali Cetola (oggi in pensione) e Garelli e di altri ufficiali, supera ogni oltraggio poiché mostra l'Arma al servizio di biechi fini con la testimonianza di un degrado istituzionale senza precedenti.
Le allego la copia di un settimanale che ha affrontato l'argomento e che, confido, possa esserLe di un qualche conforto nella difficile prova che sta affrontando.
Deferenti Ossequi
piccenna@hotmail.com

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