giovedì 15 gennaio 2009

Non si può più aspettare, mi sembra evidente!

La fd (falsamente detta) “guerra tra procure”

Ho letto con attenzione e, non lo nascondo, anche con una certa ammirazione la dotta e documentata ricostruzione del Dr. Felice Lima (giudice).
Dr. Felice Lima

È riuscito a spiegare e documentare (preziosi i link inseriti nel testo) tutta la vicenda della fd (falsamente detta) “guerra tra procure” e, inoltre, essendo uno stimato professionista non ha lesinato i riferimenti tecnico-giuridici che qualificano come penalmente rilevanti i comportamenti di una quantità notevole di magistrati, membri del CSM, Procuratore Generale della Cassazione, Ministro della Giustizia Angelino Alfano e Dio solo sa (ma Lima li cita tutti o quasi) quanti altri. Ebbene, il prezioso manoscritto è disponibile al link "Il CSM da garante a carnefice" e, se le mie (molto modeste) conoscenze di Leggi, Codici e Procedura Penale non mi ingannano; questo testo contiene (appunto) quelle che tecnicamente si chiamano “notizie di reato”.
Nicola Mancino e Giorgio Napolitano
(all'epoca Vice-Presidente e Presidente del CSM)
Sempre facendo appello alle scarse conoscenze di cui innanzi, credo di ricordare che un magistrato quando viene a conoscenza di ipotesi di reato di questa gravità abbia l’obbligo (non la facoltà) di iscriverle nel Registro Generale delle Notizie di Reato, insieme con i nomi di coloro che (ipoteticamente) il reato l’avrebbero commesso. Siamo in presenza di reati (ipotizzabili e persino ipotizzati nel testo citato) gravissimi, cioè del tipo “procedibile d’ufficio” e quindi vengo al dunque.
Perché i magistrati che leggono e/o scrivono e quindi conoscono questo testo non fanno ciò cui li obbliga la costituzione?
Se 20 magistrati iscrivessero Alfano, Esposito, Anedda e quanti si sono macchiati (in ipotesi, solo in ipotesi) di questi reati gravissimi, pensate che persisterebbe questo ordinario vilipendio delle istituzioni?
E se fossero 25 o 47 oppure 123 ad iscrivere la notizia di reato?
Forse è giunto il momento che qualcuno (se 123 è meglio) dei magistrati sin’ora silenti faccia quello per cui è pagato e che si è impegnato a fare con il giuramento di fedeltà allo Stato Italiano.
Chiedo troppo? Perché, cari magistrati, mentre voi parlate (anche giustamente e apprezzabilmente) alcuni milioni di cittadini inermi pagano sulla loro pelle le commistioni e le corruzioni emerse nelle inchieste Why Not, Poseidone, Toghe Lucane, Iena 2, Totalgate… E per questi cittadini di serie B non ci sono stipendi da 4-10mila euro al mese o la sanzione del “trasferimento”. Per loro, se sono fortunati e non finiscono in galera per reati inventati e dichiarazioni mendaci dei magistrati nelle udienze (tutto vanamente documentato ad Alfano, Esposito, CSM, Napolitano & C.) c’è la schiavitù della disoccupazione, l’inquinamento mortale dei rifiuti tossici, l’elemosina per sopravvivere sotto la soglia di povertà!
Volete i nomi? Suvvia, li conoscete benissimo. E allora, basta con le dichiarazioni e le dotte dissertazioni. Fate il Vostro dovere, quello per cui siete pagati. I convegni li faremo dopo con riconoscimenti, nastri e medaglie di merito.
Dr. Luigi de Magistris
Quando fui convocato per le ultime “sommarie informazioni” rese al Dr. Luigi De Magistris nell’inchiesta “Toghe Lucane” (non era ancora stato trasferito ad altra sede ed incarico per atti che la Cassazione – dopo Gip e Riesame – ha poi ritenuto corretti, logici e fondati), dopo la verbalizzazione e la chiusura dei verbali, chiesi “al dottore” (come lo chiamavano quelli della PG delegata) se mai avrebbe potuto depositare l’atto di chiusura delle indagini. Come al solito non rispose alla mia domanda, probabilmente non poteva per dovere d’ufficio. Disse solamente (mi dava del Voi come si usava fare dalle nostre parti con gli ascendenti, in segno di rispetto. La cosa mi provocava una sorta di imbarazzo) “sono sicuro che per quello che farò dovrò pagare un prezzo molto alto” e si fermò. Come se si trattenesse dal dire altro, come se avesse detto già troppo. Come se non volesse manifestare una qualche debolezza. Poi continuò: “ma sono pronto, sono disposto a pagare questo prezzo”. Adesso non si può più aspettare. C’è bisogno di altri disposti a pagare quel prezzo!
Nicola Piccenna

3 commenti:

  1. Caro Nicola,
    da quando ho letto l'Articolo documentato del dottor Lima che tu citi, sono assalito dal terrore!
    Sai perché? Ho aperto il Link delle pagine della motivazione dei Giudici della Corte di Appello di Palermo che avevano a suo tempo condannato a 6 anni di reclusione il Giudice Carnevale, poi assolto dalla Cassazione. Ebbene, in quelle pagine sono riportate alcune intercettazioni dell'imputato, già Presidente della I° sezione della Suprema Corte di Cassazione, che così si esprime nei confronti dell'attuale Procuratore Generale della stessa, Vitaliano Esposito (promotore dell'azione disciplinare contro i magistrati di Salerno): "è anche lui un servo sciocco di Quatramo (carismatico giudice napoletano) che come tutti gli altri giudici napoletani sono dei... (adesso non ricordo bene il termine spregiativo usato)... nelle inchieste da loro fatte le uniche persone perbene sono gli arrestati". Si, sono proprio assalito dal terrore che Carnevale potesse avere ragione e che la circostanza non riguardi soltanto quelli napoletani di giudici!
    b

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  2. qualcuno il primo passo l'ha fatto...
    anche la classe forense sta tentando..
    adesso spetta anche agli altri attivarsi, l'indignazione non è più sufficiente.

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  3. Chi sa quante vite spezzate si sarebbero potute salvare se il giornalismo avesse soltanto minimamente adempiuto al suo ruolo di corretta informazione. Invece, insieme alle mafie, alla massoneria, all'imprenditoria ed al potere politico ha contribuito alle stragi degli innocenti. Fino agli anno 80, inizio 90, andava di moda dire che la mafia non esisteva ma piuttosto, era un'invenzione delle opposizioni ai governi centrali e periferici. Successivamente, il sangue versato ha fatto emergere una classe dirigente, politica, imprenditoriale e massmediatica che è riuscita a vedere mafiosi dappertutto: così a seguito del varo di strumenti normativi ai limiti della legalità si è proceduto all'arresto di innumerevoli quantità di persone a cui venne applicato il famigerato art. 416 bis. Un esercito di mafiosi, ed un altro più corposo di innocenti, sono stati relegati nelle patrie galere per associazione per delinquere di tipo mafioso. Per un breve periodo si è tentato con esiti catastrofici l'applicazione del famigerato art. 416 bis anche alla classe politica ed imprenditoriale. Senza tenere conto che nessuno in Italia riusciva ad immaginare i colletti bianchi o gli appartenenti alla cosiddetta zona grigia, con la coppola e la lupara. Eppure, sarebbe bastato poco capire cosa fossero le mafie! Ad esempio, ascoltare cosa diceva Fava, Alfano, Sciascia... oppure, anziché indagarlo negli anni novanta, in quegli ottanta, rivolgersi al dottor Carnevale, scienziato del diritto, Presidente di sezione della Corte di Cassazione. Così nel, 1994 intercettato mentre parla con un collega, si esprime nei confronti Vitaliano Esposito, oggi Procuratore Generale della Cassazione e dei giudici del Tribunale di Napoli: ".. questo è un servo sciocco di QUATRANO, il quale è un delinquente come quasi tutti i magistrati di Napoli ... chilli chi arrestaru .. chilli chi arrestaru forse erano i piu' signori, ma insomma ... alcuni .. tu conosci d'altra parte i nostri colleghi di Napoli, no ... anche quelli della prima penale non e' che siano ... gente di spiccata moralita' ... correttezza insomma ... un VALENTE ... insomma .. non e' che siano tutti .. anche lo stesso ESPOSITO che qua .. mi si e' messo a piangere ... lui ha dovuto ammettere che per il CILLARI aveva avuto raccomandazioni dal suo cancelliere ...(incomprensibile)... va bene ! ... Mentre io .. non ho mai avuto raccomandazioni da parte di nessuno .. cu mia .. i raccomandazioni non servono ... escludo che abbia preso una lira ...”

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