lunedì 31 ottobre 2011

Toghe lucane bis, ter, quater, quinquies, sexies, septies, octies, novies, decies ...qaudragies. Più di quaranta procedimenti penali a Catanzaro a carico di magistrati lucani: Vincenzo Tufano, Gaetano Bonomi, Modestino Roca, Giuseppe Galante, Giuseppe Chieco, Annunziata Cazzetta, Angelo Onorati, Rosanna Defraia...


I giornali l’hanno battezzata “Toghe Lucane bis” e non è dato sapere come l’abbiano chiamata i magistrati di Catanzaro, ammesso che abbia un nome proprio oltre al consueto numero procedimentale. Si sa, invece, che gli indagati sono alcuni personaggi apicali della magistratura lucana. Dalle reazioni decise del Dr. Bonomi, Sost. Proc. Gen. a Potenza, pare di comprendere che le ipotesi di reato per cui è indagato, insieme con sua Eccellenza Vincenzo Tufano (ex Proc. Gen.) ed altri sospettati di correità non debbano essere proprio “leggere”. E la pacificazione lucana di cui vagheggiava qualche voce illuminata va a farsi benedire. Sembra sia stata una iattura, tanti guai e situazioni imbarazzanti se non addirittura indecorose sono seguite ai proclami nostalgici per una Lucania Felix su cui si accanivano oscuri e maldicenti giustizialisti. Invece era tutto vero, tragicamente vero. Magistrati coinvolti in gravissime ipotesi di reato, politici che ignorano il bene comune arrivando a tollerare (loro dicono ignorare, ma si è scoperto che sapevano. Eccome! A partire da tal Santochirico Vincenzo, assessore all’ambiente che parla molto chiaro quando è al telefono con i suoi compagni di partito) pesanti emergenze ambientali, amministratori del denaro regionale che provocano ammanchi e disastri fallimentari (fra tutti citiamo il Consorzio Agrario amministrato dal signor Giuseppe Di Taranto, imputato a Catanzaro insieme ad altri 15 il prossimo 9 dicembre). E cosa dire della sanità in cui, fra tanti altri, il Dr. Vito Nicola Gaudiano, Direttore Generale della ASM di Matera, è indagato per una sequela di gravissimi reati e risponde in giudizio per altrettanti e (forse) ancor più gravi accuse? Basterebbe dire che ha ottenuto la propria nomina a Direttore Generale attraverso pratiche illecite per cui vi è processo: pratiche che De Filippo conosceva come tali avendone avuto notizia nientemeno che dall’Ufficio Legale della Regione Basilicata e di questo non può scaricare ad altri il bubbone. Bisognerebbe continuare con i disastri amministrativi in agricoltura: Arbea, Agrobios; nell’industria: bando Valbasento, bando Treviso, Felandina, Cerere- andoi-Barilla; nella gestione del petrolio: ancora oggi De Filippo non sa quanto petrolio si estrae. Ma tutto ha un denominatore comune: Toghe Lucane, che sia bis, ter, quater poco conta. Occorre chiarire quale ruolo hanno avuto i magistrati indagati in procedimenti che da quasi un decennio ne hanno documentato comportamenti, amicizie, frequentazioni ed attività non propriamente nobili e nemmeno edificanti. Per esempio, varrebbe la pena di conoscere che fine hanno fatto gli “oltre cento faldoni” del Proc. Pen. 10559 di Salerno (indagati Vincenzo Tufano, Annunziata Cazzetta Sost. Proc. a Matera; Angelo Onorati – giudice a Matera; Giuseppe Chieco – già Proc. Capo a Matera; Nicola Fucarino – Capo squadra mobile Matera; Farina Valaori – Sost. Proc. A Matera). Un PM di Salerno scriveva il 25/9/2008: “attualmente oltre 100 faldoni di documentazione sono provvisoriamente custoditi in un furgone presso il Comando Provinciale dei Carabinieri”. Quel PM venne trasferito “a razzo” e gli subentrò il Sost. Proc. Rocco Alfano che trasferì tutto a Catanzaro. Adesso in quel procedimento si vedono quattro faldoni numerati da 1 a 4. Viene da chiedersi dove sono finiti gli oltre 96 faldoni che mancano, dal contenuto (fortunatamente) noto almeno in parte. Si tratta dei tabulati telefonici degli indagati: chi chiamava chi nel pieno dell’inchiesta “Toghe Lucane”.
di Nicola Piccenna