venerdì 17 febbraio 2012

Qualunquemente Emilio Nicola Buccico


La coerenza di un politico che ha cambiato molte casacche

Una delle contestazioni nel procedimento penale a carico di alcuni giornalisti per diffamazione nei confronti di Emilio Nicola Buccico, avvocato, è stata di aver operato per non farlo eleggere sindaco di Matera. Magari ci fossero riusciti, quei giornalisti. Il governo cittadino di Buccico durò appena due anni e fu un disastro sin dalla prima seduta del Consiglio comunale quando la “sua” maggioranza passò da 27 a 21 consiglieri con un margine di un solo voto sull'opposizione. Ma percorriamo qualche dato della storia-politica, finché sarà consentito dalla nostra costituzione esprimere liberamente il nostro pensiero anche in materia politica ed il diritto di critica anche nei riguardi di Nicola Buccico.

Negli anni 70 era un duro e puro nel MSI di Giorgio Almirante. Ad un duro comizio in cui il Sen. Ziccardi ed il Prof. Giovanni Caserta lo criticarono aspramente per la contraddizione che lo vedeva consigliere comunale contrario al nuovo regolamento “Zona Paip” mentre seguiva la vendita dei suoli dei Panizza proprio in quella “Zona”. Il nostro replicò con un manifesto oblungo, verde con caratteri neri, in cui Ziccardi veniva apostrofato “senatore semianalfabeta” e Giovanni Caserta “Professore fuori ruolo”.
Poi cominciò i cambi di casacca che continuano ancora oggi. Fondatore e vice presidente di Democrazia Nazionale, venne duramente contestato dagli ex camerati che, in una drammatica riunione nella Federazione MSI di Matera, gli chiesero di rimettere i mandati di Consigliere Regionale e Comunale. Rifiutò e lasciò la Federazione fra fischi e improperi. DN prese a Matera lo 0,6% e Buccico sparì per qualche anno. Almirante pronunciò un durissimo anatema definendolo “il traditore Buccico” ed il comitato centrale del partito deliberò la sua espulsione con tutti i fondatori e gli aderenti a Democrazia Nazionale.
Solo dopo la scomparsa di Almirante, Buccico poté rientrare tra gli ex camerati e candidarsi nel 1994 al Senato della Repubblica. Erano i collegi uninominali e Buccico venne sconfitto da uno sconosciuto Enzo Sica, sindaco di Oliveto Lucano, piccolo comune di 500 anime. Lasciò la politica attiva per qualche anno, tornando a vestire i panni di Alleanza Nazionale appena in tempo per essere nominato membro del CSM in quota AN. Gianfranco Fini, per lui, si spese molto sino a sostenerne la candidatura al senato. Eletto nell'aprile 2006, da senatore venne candidato alla poltrona di Sindaco per il comune di Matera ed eletto nel giugno 2007.
È nel 2008 che s'incrina il rapporto di Buccico con AN, allorché per l'anticipata fine della legislatura (Governo Prodi), al soglio senatoriale, che ormai è riservato per nomina secondo la nuova legge “porcellum”, gli viene preferito Egidio Digilio. Buccico intensifica i rapporti con il PdL in cui confluirà nel Marzo 2009 con tutta AN e rompe con Fini. Detta subito legge e impone Nuccio Labriola come candidato alla Presidenza della Provincia di Matera (giugno 2009). È un disastro, il PdL raccoglie il più basso consenso di sempre. Pochi mesi dopo, ottobre 2009, è costretto a dimettersi da Sindaco di Matera, l'ultima carica pubblica che gli era rimasta. La colpa è sempre degli altri e, quindi, dei vertici del PdL che non lo hanno sostenuto abbastanza. Veementi le critiche e le prese di distanza di cui fa oggetto i coordinatori regionale e provinciale (Guido Viceconte e Cosimo Latronico).
Le successive elezioni regionali e, per Matera, comunali segnano la disfatta totale del PdL. Buccico impone un suo fedelissimo, Romeo Sarra, che diventa consigliere regionale con 4412 preferenze di cui oltre 1500 nella sola Matera. Nella stessa tornata elettorale, il nome di Romeo Sarra è fra i candidati al comune di Matera dove raggiunge 152 preferenze. È il messaggio di Buccico al PdL. Chiaro, è finita un'altra storia anzi, dichiara ufficialmente, il suo definitivo ritorno alla sola professione forense. Sembra fare sul serio, questa volta, tanto che segue con distacco la nascita di Fli ma...
Notizie dell'ultim'ora accreditano Emilio Nicola Buccico quale presidente della neonata “Fondazione Pinuccio Tatarella” che gravita in area Fli. Un ritorno da Fini o, più semplicemente, l'inseguimento di una candidatura al parlamento. Unica forma di coerenza tenacemente perseguita, qualunquemente, da Emilio Nicola Buccico.
di Giovanni Caponio

domenica 5 febbraio 2012

Inaugurazione dell'anno giudiziario a Potenza: Silenzi omertosi su “Toghe Lucane”

L'usura che vogliono combattere solo a chiacchiere

Nulla, non hanno fatto alcun cenno, non hanno balbettato una sola parola. Come se quei fatti fossero accaduti su un qualche remoto e sconosciuto corpo celeste della galassia e, forse, tale è il pianeta Giustizia in Basilicata. Erano lì, vestiti di porpora con i colli e bordi d'ermellino e dovevano parlare della Giustizia nel distretto di Basilicata. Il consuntivo dell'anno trascorso ed i buoni propositi per quello a venire. Il più atteso, per certi versi, era il Procuratore Generale, S. E. Massimo Lucianetti. I suoi sostituti Gaetano Bonomi e Modestino Roca ed il suo predecessore Vincenzo Tufano (attualmente in quiescenza) sono indagati di gravissimi reati. Scrive la Procura di Catanzaro: “del delitto p. e p. dall'art. 2, commi l e 2, L 25.1.1982, n. 17, per avere partecipato ad un'associazione segreta, promossa e diretta da Bonomi Gaetano, che occultando la sua esistenza ovvero tenendo segrete congiuntamente le proprie attività e finalità, si propone di svolgere attività diretta ad interferire sull'esercizio dell'attività giurisdizionale in Potenza, da parte dei locali Uffici Giudiziari e sull'attività di amministrazioni pubbliche, incidendo sull'ordinario svolgimento delle attività investigative attraverso una serie di iniziative calunniose e diffamatorie nei confronti dei magistrati autori di iniziative o decisioni non gradite, - attraverso esposti anonimi ovvero attraverso la presentazione, da parte di esponenti politici coperti da immunità parlamentare, di atti di sindacato ispettivo; - attraverso la raccolta di informazioni riservate sugli stessi magistrati nonché su esponenti politici locali, al fine di condizionarne l'attività, da parte di ufficiali di polizia giudiziaria; - attraverso il diretto condizionamento dell'attività investigativa in considerazione della appartenenza di ufficiali di polizia giudiziaria al sodalizio e del conseguente sistematico sviamento funzionale dell'esercizio della loro funzione; - attraverso la garanzia apprestata a soggetti legati da vincoli amicali di uno svolgimento parziale della funzione di pubblico ministero di udienza in grado di appello; con i seguenti ruoli: - il Bonomi quale capo del sodalizio, destinatario della attività informativa, intermediario dei collegamenti tra il sodalizio ed esponenti politici nazionali ai quali far presentare i predetti atti di sindacato ispettivo, titolare delle funzioni di pubblico ministero innanzi alla Corte d'appello di Potenza...”. Ma tutto questo per S. E. Lucianetti non è da trattarsi. Comprensibile l'imbarazzo, proprio davanti a Gaetano Bonomi che con gli occhiali a specchio e il consueto colorito rubicondo, era seduto tra gli scranni riservati ai vertici della magistratura lucana. Comprensibile ma inaccettabile, insopportabile quel silenzio. Tanto che l'avv. Nicola Cataldo, con una platea silenziosa che a tossire si rischiava il linciaggio, l'ha dovuto dire chiaro chiaro che non affrontare il bubbone dell'inchiesta “Toghe Lucane” equivale a mantenere a livello infimo la credibilità dell'amministrazione della giustizia in questa regione. Ha, viceversa, parlato del grave problema dell'usura che affligge l'intera regione Basilicata e pare non avere ostacoli in grado di arginarla. Ma, anche su questo punto, Massimo Lucianetti omette di parlare delle inchieste ferme da anni alla Procura di Matera, omette di dire che le informative della Guardia di Finanza che segnalavano l'odiosa pratica da parte della Banca Popolare del Materano, sono rimaste lettera morta e che l'usura accertata non è stata ad oggi perseguita. Forse nemmeno conosce, S. E. Massimo Lucianetti, quello che scrivevano il comandante e due ufficiali di PG il 27 aprile 2009 nell'ambito di un procedimento penale avviato nel 2005 il cui iter è davvero curiosamente lento. Per opportuna conoscenza, riportiamo un chiarissimo passo scritto da quei finanzieri del Comando GdF di Matera: “Il tasso d'interesse in questione superò il tasso soglia (cioè era un tasso usuraio, ndr) e fu applicato, quasi senza soluzione di continuità, dal 01/01/1999 al 17/07/2003 (oltre quattro anni!)”. Il punto esclamativo è parte dell'informativa. Ecco l'inaugurazione dell'anno giudiziario a Potenza tra alti magistrati indagati per gravissimi reati ed alti magistrati che parlano di usura, ma solo quella degli strozzini di paese e ignorano le responsabilità di banche, bancari ed magistrati silenti, inerti, negligenti e neghittosi. (da L'indipendente Lucano del 4.2.2012)
di Nicola Piccenna

Quando la Legge non è uguale per tutti: cosa farà il Presidente del Tribunale di Matera?

Il Giudice Angelo Onorati favorisce l'avvocato Buccico che, scoperto, non ha da essere granché contento del favore ricevuto

Cosa pensiamo di lui al Dr. Angelo Onorati, magistrato in servizio presso il Tribunale di Matera, è noto. Quello che è lecito (ed inevitabile) pensare di un magistrato che subordina l'applicazione della Legge ai soggetti che vi ricorrono. Egli lo apprese dalle nostre voci, attraverso le intercettazioni telefoniche che lui stesso autorizzò con cadenza quindicinale da maggio a dicembre 2007. Sempre da quelle voci intercettate, sentì che Mario Altieri, noto imprenditore di Scanzano Jonico, ci raccontò di avergli reso una visita in tribunale insieme con il proprio difensore (Avv. Nicola Buccico) ed il procuratore capo (Giuseppe Chieco) per sollecitare il dissequestro di Blu-Tv. Onorati fu presidente del collegio del Riesame che valutò la legittimità di quelle intercettazioni che lo riguardavano in prima persona e che lui stresso aveva autorizzato. Gli anni passano ed il vaso di coccio continuò a viaggiare a fianco dei vasi di ferro. Così accadde che gli arrivò sul tavolo dell'Udienza Preliminare il caso di una associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dei correntisti e degli azionisti di una nota banca locale. Anni di indagini e chili di perizie e di informative della Guardia di Finanza: tutte convergenti ed una corposa richiesta di rinvio a giudizio per tutti gli indagati. Il Giudice Onorati ordinò una nuova perizia tecnica di cui incaricò un funzionario retribuito dall'associazione banche italiane, partecipata azionariamente dalla banca i cui dirigenti erano a processo. In poche decine di pagine, il perito smontò i verbali della Banca d'Italia, le corpose perizie costate centinaia di migliaia di euro, le puntuali informative della Guardia di Finanza. Onorati, rigettò la costituzione di parte civile della parte offesa e, infine, prosciolse. Ma arriviamo al 24 gennaio 2012: udienza penale che vede imputati l'ex sindaco di Ferrandina, Ricchiuto (difeso dall'avv. Nicola Buccico) ed altri; persona offesa Anna Maria Dubla, Presidente dell'Associazione Ambiente e legalità; giudice Angelo Onorati. L'Avv. Buccico, tramite un suo delegato, presenta in udienza una richiesta di rinvio corredata da un generico attestato della cancelleria della Corte d'Assise di Potenza da cui non risulta la qualità del suo impegno. La richiesta, ovviamente tardiva perché presentata in udienza, doveva perciò, necessariamente, essere rigettata. Così come la genericità dell'attestato prodotto non lasciavano altra via legittima se non quella del rigetto imemdiato. Diversamente, il Giudice Onorati, nonostante la ferma opposizione di Anna Maria Dubla e nonostante la presenza di altri testi, più volte citati “a vuoto”, accoglie la richiesta di rinvio non consentendo la costituzione di parte civile alla Sig.ra Dubla che ne aveva fatto formale richiesta e rinviando il tutto a successiva udienza. Perché Buccico presenta un attestato generico per motivare la richiesta di rinvio dell'udienza? Un caso fortuito, la cronaca di stampa locale scopre l'arcano: infatti egli il 24 gennaio 2012 Buccico era impegnato come difensore di parte civile davanti alla Corte di Assise nel processo dell'omicidio Mitidieri. Il Giudice Onorati non ha agito correttamente: sarebbe bastato da parte sua leggere attentamente l'attestato presentato per rigettare la richiesta di rinvio. Questa volta a fare giustizia sono stati i giornali locali che hanno scoperto l'Avv. Buccico quale difensore di parte civile. Condizione che non consente di chiedere il rinvio di altri processi. Questo vuol dire che, d'ora in poi, le richieste di rinvio prodotte dall'avv. Nicola Buccico per impegni professionali dovranno essere scandagliate nei particolari e non accolte, con superficialità, come ha fatto il Giudice Onorati. Egli, infatti, l'avrebbe dovuta rigettare soprattutto perché tardiva e poi si sarebbe dovuto sincerare sul tipo di impegno: difensore di parte civile o di imputato. Nel primo caso, come scoperto dalla stampa, non si ha diritto al rinvio. Cosa farà il Presidente del Tribunale di Matera? Certo lui e gli altri magistrati non possono ignorare l'increscioso episodio di malagiustizia. (da L'indipendente Lucano del 28.1.2012)
di Antonio Mangone