venerdì 31 maggio 2013

Deposito nazionale delle scorie nucleari: 1° Luglio 2013, processo alla libertà di stampa

1° Luglio'13, Matera processa la libertà di stampa

Il 1° luglio 2013, presso il Tribunale di Matera, si tiene l'udienza che vede imputati due giornalisti per diffamazione a mezzo stampa ai danni di Filippo Bubbico, attualmente viceministro degli Interni.
La diffamazione, secondo l'ipotesi di reato desunta dalle lamentele del querelante (Filippo Bubbico), consiste nell'aver riportato un'intervista al Ministro (all'epoca dei fatti - novembre 2003) Carlo Giovanardi in cui questo dichiarava che Filippo Bubbico (All'epoca Presidente della Giunta Regionale) era consapevole della scelta governativa di realizzare a Scanzano Jonico il deposito unico nazionale delle scorie nucleari. La conosceva sin da prima che venisse varato il relativo decreto ed aveva affermato che avrebbe opposto un dissenso di facciata ma che, infine, l'avrebbe accettata. L'affermazione, ribadiva Giovanardi, era fondata su quanto dichiarato in sede di Consiglio dei Ministri dal Sottosegretario Gianni Letta e dal Ministro Altero Matteoli.
Il signor Filippo Bubbico ritenne di querelare Carlo Giovanardi e, ad abundantiam, il giornalisti Nicola Piccenna (autore dell'intervista al Giovanardi) e Nino Grilli (direttore della testata che la pubblicò).
Il Tribunale dei Ministri (competente per Giovanardi) si pronunciò archiviando il caso in quanto, dal Verbale del Consiglio dei Ministri del 13/11/2003, effettivamente risultava che Filippo Bubbico era informato, consapevole e consenziente. A raccontarlo Gianni Letta e Altero Matteoli, non proprio degli avventori pettegoli del Bar dello Sport.
La Procura di Matera, ignorando le richieste di acquisizione di quel verbale e della sentenza di archiviazione per Giovanardi che di fatto scagionavano completamente i giornalisti nostrani, chiese ed ottenne per i due malcapitati il rinvio a giudizio ed eccoci al processo in cui, prontamente, Filippo Bubbico si costituì parte civile.
Il 1° luglio, nell'aula delle udienze penali, verranno interrogati Carlo Giovanardi ed Altero Matteoli che riferiranno in merito alla circostanza, già di per sé molto chiara, quale risulta dal verbale del Consiglio dei Ministri. Il documento, visto il rifiuto della Procura, è stato acquisito dagli imputati. Poiché, quando a querelare sono personaggi d'alto bordo, l'ovvio non esiste ed il dovere è facoltativo.
Riteniamo utile informare con largo anticipo i colleghi giornalisti Lucani e le componenti istituzionali dell'Ordine Regionale e Nazionale dell'udienza, affinché partecipino numerosi all'evento che è pubblico e riveste carattere di grande rilevanza per gli interessi della popolazione di Basilicata e per la garanzia della libertà di stampa.
Riportiamo, di seguito, alcuni dei passi salienti del citato verbale. Sarà agevole constatare l'assurdità del giudizio pendente in capo ai giornalisti giacché la notizia è vera, di pubblico interesse, proveniente da fonte più che autorevole. A riguardo, si sollecita l'Ordine dei Giornalisti nelle componenti Regionale e Nazionale di recentissima nomina ad assumere una posizione chiara e decisa di censura dell'operato negligente e neghittoso dei magistrati inquirenti che avrebbero dovuto compiere accertamenti banali da cui sarebbe stato agevole trarre la conclusione che la notizia era corretta e non erano i giornalisti a meritare il processo penale.
Estratto del Verbale del Consiglio dei Ministri del 13/11/2003
<< A questo punto il Presidente chiede al Sottosegretario LETTA di illustrare un provvedimento particolarmente importante sul quale richiama l'attenzione del Consiglio: il decreto-legge per l'immediata sistemazione in sicurezza dei rifiuti radioattivi presenti sul territorio italiano, attraverso la realizzazione di un deposito nazionale unico. Sottosegretario LETTA: "Si tratta di un decreto-Legge, predisposto dai Ministri dell'ambiente e delle attività produttive, per la raccolta, lo smaltimento e lo stoccaggio dei rifiuti nucleari. Materia molto difficile e delicata, che esige anche riservatezza, discrezione e responsabilità. Ricorderete che, dopo l'11 settembre, una delle preoccupazioni maggiori fu quella di proteggere i siti nucleari, esposti più di ogni altra struttura a pericoli di attentati terroristici, con conseguenze potenzialmente disastrose. Il Consiglio dei Ministri adottò una procedura di stato di emergenza, con la nomina di un Commissario nella persona del gen. Jean, cui fu affidato il compito di proteggere, nella maniera migliore possibile  nelle condizioni date, i siti nucleari e soprattutto di organizzarne la difesa,  la protezione e la vigilanza, nonché l'incarico di organizzare una rapida ricognizione e un censimento di tutti i siti pericolosi esistenti in Italia, con l'obiettivo di arrivare ad individuare un sito unico dove convogliare e stoccare tutti i rifiuti nucleari, sul modello di quello che hanno fatto tutti i Paesi europei, anzi del mondo.
L'Italia infatti è, con la Grecia, l'unico Paese che non ha un sito unico. La materia è delicata, anche perché muoversi in questo campo suscita allarmi, diffidenze, proteste e polemiche. Dobbiamo alla saggezza, anche politica, del Ministro Matteoli e del suo collega Marzano se tutto questo è stato fatto in questi mesi senza che nulla trapelasse fuori e apparisse sui giornali. il decreto è stato studiato nel silenzio più assoluto e la sua preparazione è stata caratterizzata da una discrezione tanto utile, quanto inconsueta; quasi un miracolo, perché di questi tempi sui giornali appare anche quello che non si fa! Invece hanno saputo agire senza apparire. Siamo arrivati a discutere del problema a livello di uffici ministeriali soltanto in questa settimana, quando era giunto il momento di procedere alla materiale redazione del provvedimento, che adesso il Ministro Matteoli illustrerà. Inutile soffermarsi a spiegare le ragioni per le quali questo provvedimento deve, in ogni caso, essere adottato per decreto- legge e questa mattina; altrimenti, tutta quella prudenza per evitare allarmi e polemiche si rivelerebbe inutile, verrebbe vanificata.
Anche per questo invito il Ministro Matteoli a dire 1'essenziale, affidandosi all'intelligenza e alla responsabilità dei Ministri, ed a non enfatizzare, fuori del Consiglio, il provvedimento in modo da farlo volare basso, così come abbiamo fatto in questi mesi.. Sperando che tutto questo aiuti ad evitare che si accendano i riflettori della curiosità e della polemica e che si possa così portare avanti una scelta che è seria,  responsabile, studiata, meditata e, credo, anche efficace; una scelta che ci consenta di risolvere un problema grave senza suscitare eccessivo allarme nella popolazione e senza il solito contorno di polemiche o di strumentalizzazioni politiche, che rischierebbero di fare naufragare il provvedimento". Ministro MATTEOLI: "Credo che l'essenziale lo abbia già detto Letta; voglio  tuttavia osservare, che da quando abbiamo giurato e siamo diventati Ministri della Repubblica, per quanto mi riguarda, sono stato investito immediatamente di questo problema. Da anni ci lavorava l'ENEA, che aveva individuato oltre 200 siti possibili, ma questo significa non individuare nessun sito possibile. Allora silenziosamente, come ha detto Letta, abbiamo cercato di lavorare; ma non mi sono limitato a questo. Perché, quando si dice ad un Ministro, il quale per tutta la vita ha fatto politica e non ha nemmeno la minima nozione tecnica, che deve provvedere al ricovero di scorie nucleari, uno si domanda cosa voglia dire. Allora ho preso e sono andato (anche in questa occasione silenziosamente) a Chernobyl a vedere quello che stanno costruendo con un'impresa francese; il lavoro deve essere pronto entro la fine del 2005 (anche se mi dicevano che, forse, slitterà di qualche mese). Comunque ho potuto rendermi conto dell'enormità del problema. Pensate che queste scorie, tra 1000 anni, saranno ancora attive e potranno causare danni all'uomo e all'ambiente.
Nel nostro Paese (lo dico sotto voce) siamo in una situazione gravissima; diciamo che finora ci ha aiutato il Padreterno! Perché noi abbiamo dislocato queste scorie in oltre cento siti; nontutte attive tra mille anni, perché sono anche di serie B e C, ma tutte comunque pericolose. Allora, dovevamo individuare un sito, ma c'era sempre nelle relazioni tecniche un aspetto particolare che veniva sottolineato, perché ( come diceva Letta) ce ne sono molti di questi siti nel mondo; non è che inventiamo nulla di nuovo, dobbiamo semmai mettere a frutto l'esperienza di chi ha già provveduto e vedere come hanno operato laddove hanno già ricoverato in sicurezza queste scorie. La prima necessità è che questo sito va individuato in un posto dove sia presente una lastra di sale, che consente di attutire notevolmente qualsiasi cosa possa accadere. Argilla e sale, l'argilla per un conto, il sale per un altro. Abbiamo allora chiesto ai tecnici (devo ringraziare soprattutto il gen. Jean per il lavoro che ha svolto in questi mesi silenziosamente, ma riferendo puntualmente tutte le settimane) e abbiamo individuato una serie di siti, in Italia, dove c'erano queste lastre di sale sotto terra. Alla fine ne abbiamo individuati due che hanno caratteristiche ideali, che sembrano fatti apposta perché, dicono i tecnici e gli scienziati, la lastra di sale, dove è stato individuato il sito, non si muove da 4 milioni di anni nemmeno di un millimetro. Ma una volta stabilito dove, bisognava sapere come; occorreva quindi convincere coloro che insistono sul territorio a farsi carico di accettare una soluzione del genere. Allora abbiamo parlato ripetutamente con il sindaco del posto; il quale si è convinto (tra l'altro è un sindaco della CdL iscritto ad AN) e si è dichiarato.
Sottosegretario LETTA: "Scusa, Matteoli, debbo  interromperti; una delle scelte che dovremo fare, e sulla quale dobbiamo chiamare il Consiglio a decidere, è proprio se indicare nel decreto il nome del comune, oppure limitarsi a descrivere le caratteristiche geologiche del sito prescelto, oltre alle ragioni tecnico- scientifiche di quella scelta. Quindi aspetta a dirlo, non farne il nome per ora . Ministro MATTEOLI: "Stai tranquillo! Quindi, una volta acquisito il consenso del sindaco, sapevamo che non era sufficiente perché ci sono anche la provincia e la regione. Allora abbiamo parlato con la provincia ed anche questa si è dichiarata d'accordo nell'accogliere il sito; poi con la regione, che è di colore politico diverso dal nostro. Comunque il Presidente della regione ha detto: "non sono entusiasta, non dirò mai accogliamo il sito, ma non farò neppure le barricate; subirò la scelta di Governo senza fare troppe storie".
Mettendo insieme tutte queste cose, credo di potere dire che abbiamo lavorato sicuramente con serietà, ma anche che abbiamo individuato un percorso che ritengo possibile e realizzabile; tenete presente comunque che, se scegliamo questo sito, non è che il ricovero delle scorie nucleari avverrà tra 5 o 6 anni (quando cioè il sito sarà pronto, finito, costruito), ma avverrà subito. Addirittura inizierà già dalla prossima settimana, se approviamo il decreto oggi. Infatti è stato trovato un sistema per allestire un ricovero provvisorio, ma altrettanto sicuro, con hangar e con cemento barico; ·le scorie vengono calate in contenitori di cemento barico e portate dentro appositi hangar, che sono a tenuta di bomba, e che consentono di ricoverare il materiale, in attesa che sia terminato il lavoro di costruzione del sito definitivo." Sottosegretario LETTA: "Vorrei aggiungere soltanto l'assicurazione al Consiglio che il lavoro è stato fatto in maniera molto scrupolosa; non solo andando a visitare tutte "le realizzazioni fatte negli altri Paesi, ma anche studiando le varie soluzioni possibili, affiancando al gen. Jean una serie di studiosi, di tecnici, di professori di geologia e di esperti nelle varie discipline. È stato fatto tutto quello che onestamente si poteva fare e vi mostro qualcosa che lo attesta: osservate questo candelotto bianco, brillante e bello da guardare; come il Ministro Lunardi potrebbe spiegare, questo è il carotaggio di un deposito di sale che proviene dal sito prescelto ed ha milioni di anni!
A questo punto, in relazione a quello che ha esposto Matteoli, sottopongo al Consiglio questa alternativa: abbiamo preparato due ipotesi di decreto, una con il nome del comune prescelto, l'altra, con riferimento alla "legge obiettivo" ed alle procedure in base alle quali il sito sarà scelto, con la semplice indicazione delle caratteristiche geologiche del sito. Per quale ragione chi più  direttamente ha studiato e operato (per tutti, il gen Jean) suggerisce di indicare sin d'ora, nel decreto, il nome del comune prescelto? Fondamentalmente per due ragioni. La prima: se non si indica il nome, tutte le regioni, temendo che la scelta possa cadere sul proprio territorio, entrano subito in agitazione minacciando o organizzando la protesta; se, invece, si indica il nome, avremo forse una regione che protesta, ma ne avremo 19 che solidarizzano con il Governo. Inoltre, come ha spiegato Matteoli, anche all'interno della regione prescelta i sondaggi effettuati dicono che, se è il Governo ad imporre la scelta, loro la subiscono e finiranno per  assecondarla; oppure la contrasteranno, ma senza eccedere, senza oltranzismi, diciamo così, soltanto perché non potranno fame a meno. La loro, per così dire, sarà solo una protesta di bandiera. Certo, non potranno mai condividere spontaneamente la scelta, ma possono subire quella del Governo; quindi, tutto compreso, anche dalla regione scelta viene una indicazione abbastanza chiara: "Scegliete! Noi subiremo, protesteremo, ma alla fine ci rassegneremo ad una decisione del Governo". Quindi si tratta di una responsabilità che dobbiamo assumerci tenendo conto di tutte queste ragioni. Ministro MARZANO: "Non devo aggiungere nulla a quanto già detto dal collega Matteoli e dal Sottosegretario Letta.
Rilevo soltanto che questo è un caso in cui risalta (lo dico anche dal punto di vista politico) come questo Governo sia diverso da quelli che lo hanno preceduto. Perché questa emergenza sta sul tappeto da almeno 30 anni e nessun Governo ha avuto il coraggio di risolvere un problema gravissimo per il Paese; quindi se ci sarà polemica, confrontiamoci. Questo è un Esecutivo che decide, dopo tanti Governi che per 30 anni non hanno deciso". Ministro  MATTEOLI: "Vorrei dire solo una cosa a supporto dell'ultimo intervento di Letta. Il Presidente della provincia interessata aveva chiesto l'aiuto, il consiglio e il supporto giuridico di un noto avvocato (permettetemi di non fare il nome, anche per il ruolo che ricopre attualmente) che è anche un mio caro amico. Ho organizzato l'incontro tra questo noto avvocato e il Presidente della provincia che voleva essere -supportato dal punto di vista giuridico per quello che accadeva. e per quello che poteva accadere. L'incontro c'è stato, l'avvocato si è messo a disposizione e per una di quelle coincidenze fortunate che talvolta si verificano, è anche amico del sindaco del comune interessato.
Veramente, più di così non potevamo fare e tutto questo lo abbiamo fatto nel silenzio più assoluto e siamo arrivati all'individuazione del sito in quel comune prescelto proprio per le sue caratteristiche di sicurezza. Sappiamo che si tratta di una cosa delicatissima, ma più di questo...". Sottosegretario LETTA: "Tenete anche presente che il Presidente della regione, di segno politico opposto a quello del Presidente della provincia e del sindaco, ha detto "io, se il Governo fa una scelta, la contrasterò, ma non cavalcherò la protesta", ma chiederà (come aveva già chiesto il sindaco) misure di accompagnamento, cioè ovviamente vantaggi di tipo economico che possano in qualche modo risarcire la regione, soprattutto il territorio e il comune interessato, del danno che potrebbe derivare da una simile scelta e da una eventuale imposizione di questa natura. Sono quindi allo studio anche queste misure che i cittadini hanno il diritto di avere, perché è una solidarietà che tutta Italia dovrà loro accordare. Come ho detto, le misure possibili sono già allo studio, ma non le illustriamo oggi in Consiglio perché non sono ancora pronte e definite, soprattutto in relazione alle aspettative e alle esigenze di quelle popolazioni, questo è il terreno sul quale si aprirà l'eventuale contenzioso, perché naturalmente chiederanno molto, soprattutto per valorizzare l'agricoltura e il turismo". Ministro LUNARDI: "Desidero esprimere congratulazioni a Matteoli e a Marzano per questo successo, che spero si concretizzi presto; viste le premesse, sembra proprio probabile. Devo dire che ho seguito negli anni passati, all'estero, questo tipo di problemi e so che presentano difficoltà estreme; alcune Nazioni li stanno studiando da decine di anni senza risolverli. Quindi, se noi riusciamo ad arrivare in porto, è un grandissimo successo per il Governo". Ministro GIOVANARDI: "Vorrei ringraziare Bossi che ha accettto la scelta.... di Gemonio"! BOSSI risponde con una risata e replica a Giovanardi con la stessa amabile ironia.
Ministro GIOVANARDI: "Se ho ben capito, Bossi ha accettato Gemonio per la collocazione di quelle scorie...Grazie per la generosità! Nel caso in cui invece - come mi sembra che adesso stai dicendo - avessi capito male, credo opportuno che tu, caro Bossi, rivaluti il Meridione d'Italia, per certi aspetti.   Scherzi a parte, sono assolutamente d'accordo sulla proposta di indicare il nome, perché altrimenti domani avremo reazioni e proteste, anche in mala fede, in tutte le regioni, a partire dalla Sardegna". Ministro BOSSI: "Secondo me il problema è dove si fanno le centrali nucleari, che andrebbero costruite dove poi si possono smaltire anche i rifiuti. Occorre trovare, nelle vicinanze, il luogo adatto per le scorie radioattive; è così più o meno in tutto il mondo, tranne che nel nostro Paese. Io ho avuto un' esperienza diretta in Svezia, dove c'è una caverna naturale (penso che sia una caverna naturale) 200 metri sotto il fondo del mare e lì sono stipate tutte le scorie radioattive. Il problema vero è che, su queste scorie, non deve uscire mezza parola, perché altrimenti non si riesce a portare a casa un risultato di quel tipo, perché si mettono tutti a urlare contro". Ministro BUTTIGLIONE "Nel momento in cui voglio congratularmi con Matteoli e con Marzano, colgo 1'occasione per ricordare che l'Italia ha brevetti di non poco valore nell'ambito del trattamento dei rifiuti nucleari e che questo può essere, e dovrebbe essere, uno degli obiettivi che noi indichiamo all'ENEA, anche nell'ambito della collaborazione con la Russia con cui esiste un accordo (...abbiamo risolto il problema del finanziamento?). Risolviamo, allora, i problemi connessi e andiamo avanti con il programma.
Possiamo acquistare una posizione di  guida in un settore molto promettente". Conclusa la discussione generale, il Consiglio approva il decreto-legge, decidendo all'unanimità per la indicazione esplicita del comune di Scanzano Jonico, in Basilicata, come "sito unico nazionale" prescelto per il ricovero in sicurezza dei rifiuti nucleari presenti sul territorio italiano. All'attuazione degli interventi urgenti e necessari per tale localizzazione provvederà un apposito Commissario straordinario, il quale proporrà anche le opportune misure di intervento territoriale e di carattere finanziario per compensare i vincoli e i disagi per la popolazione interessata.

giovedì 30 maggio 2013

Quella difesa (inopportuna) di Filippo Bubbico da un disinteressato pubblicista e dirigente aziendale

Signor Daniele Adamo,
mi scuso per il disagio arrecatoLe e La rassicuro sulla cancellazione del suo indirizzo email dalla mailing list.
Mi permetto di precisare, per quello che potrà servire a conoscerci, che nulla nutro contro la persona di Filippo Bubbico e non comprendo nemmeno quale sarebbe il motivo o l'origine di una mia ragione di vendetta/rivalsa nei suoi confronti.
L'attualità della notizia, già pubblicata nel gennaio scorso, è data dalla recente nomina di Bubbico Filippo a viceministro nel Governo Letta. Non si tratta di campagne moralizzatrici, di cui come Lei non avverto alcun bisogno e nemmeno utilità.
Ritengo indegno, invece, che una persona (Bubbico) che si faceva restituire i soldi incassati dall'agronomo (R. N.) per la progettazione degli impianti di gelsibachicoltura, sia esponente del Governo dello Stato Italiano senza aver mai (ripeto MAI) spiegato perché ed a quale titolo lui, architetto, fornisse consulenza all'agronomo in tema di materie agronomiche!
Possiamo nasconderci dietro la privacy, dietro le circonlocuzioni del politichese, ma non possiamo smettere di informare su questioni di interesse pubblico, attuali e gravissime.
Nel momento in cui Bubbico dovesse tornare a fare l'architetto (stimato e professionalmente validissimo) nulla avrei da scrivere anche di fatti passati. Fino a quando riveste ruoli pubblici di altissima responsabilità, il rispetto della sovranità popolare esige che sia soggetto ad osservazioni e critiche d'intensità proporzionata alla responsabilità ricoperta. (Lo dice la Suprema Corte di Cassazione interpretando la Costituzione Repubblicana).
Noi Lucani, poi, potremo continuare a lungo a vivere nell'indigenza in cui Bubbico ed i suoi sodali (politici di tutti gli orientamenti) hanno precipitato la Basilicata. Almeno fino a quando non la smetteremo di adorare i totem e scenderemo in campo in prima persona.
In ultimo, signor Adamo, mi consenta di dissentire circa l'affermazione che nulla hanno i giornalisti da invidiare ai politici. Forse lei, che oggi è dirigente del Consorzio Gaia, non conosce esattamente quanto pagano (se pagano) un giornalista pubblicista: 3 (tre) euro ad articolo. Beh! Poco meno dello scontrino della colazione che il politico raccattava da terra per aggiungerlo a centinaia d'altri quale arrotondamento dei 10mila euro mensili percepiti. Per non invidiarli occorre essere quantomeno francescani!
Buona giornata, signor Adamo

p.s. Il signor Daniele Adamo non mi scrive da un indirizzo email personale bensì da un indirizzo della società "Consorzio Gaia" (www.consorziogaia.it). Egli, attraverso internet sui profili professionali, si presenta come Dirigente dell'anzidetto Consorzio. L'indirizzo email risulta negli elenchi dell'Ordine dei Giornalisti come unico indirizzo utilizzabile per le comunicazioni relative all'attività istituzionale dell'ordine. Il Consorzio Gaia è commissariato dal 2007 (per un'insolvenza superiore ai 330 milioni di euro). Il Decreto (2 Ago 2007) di ammissione all'amministrazione straordinaria del Consorzio Gaia e di nomina del relativo amministratore straordinario, è firmato dal Ministro alle Attività Economiche Luigi Bersani dell'allora Governo Prodi. Sottosegretario di quel Ministero, a quella data, troviamo Filippo Bubbico.
Certamente il signor Adamo sarà diventato dipendente/dirigente di quel Consorzio attraverso un pubblico concorso e questo dimostra che i lucani sanno farsi valere anche fuori dalla Regione, giacché Gaia opera nel Lazio.


email del signor Daniele Adamo, giornalista

Signor Piccenna,

Io non La conosco, né sono amico o sodale (come Lei probabilmente direbbe)

del senatore Bubbico, trovo però insopportabile che Lei - dopo aver abusato

del mio e altrui indirizzo e-mail per la sua campagna elettorale tra

giornalisti e pennivendoli (sì perché la "nostra" categoria non ha nulla da

invidiare alla c.d. casta dei politici) - ora invada le caselle e-mail di
persone a Lei sconosciute con le Sue campagne moralizzatrici (che hanno il
vago sapore della vendetta personale visto che sta divulgando un post di
gennaio scorso) sul senatore Bubbico.
Le chiedo pertanto di cancellare il mio indirizzo dalla Sua mailing list.



Daniele Adamo

lunedì 27 maggio 2013

Ci pisciano in testa e ci dicono che piove: Milioni di tonnellate di “Gas–stream” che l’ENI brucia in torcia a Viggiano

Milioni di tonnellate di “Gas–stream” che l’ENI brucia in torcia a Viggiano


La Basilicata è il crocevia di ingentissime operazioni finanziarie e di politica internazionale. Non lo diciamo di nostro ma lo deduciamo da alcuni fatti noti o resi tali ma, stranamente, snobbati o affrontati solo in superficie dai media più qualificati. Quali sono i giri finanziari innescati dal giacimento petrolifero più grande dell’Europa continentale? Nessuno si è mai preso la briga di rispondere ad alcune semplici domande. Sul sito internet della Regione Basilicata, alla pagina sulle estrazioni petrolifere di Monte Alpi (Viggiano), compare il dato dei barili di petrolio che verranno estratti in giornata (con precisione svizzera) e quello dei barili estratti dall’inizio del 2008. Ci interessava, ad esempio, quai fossero le estrazioni nel 2003, ma non siamo riusciti a trovare alcun dato. Certamente per nostra inesperienza. Siamo andati a curiosare sul sito della Regione Basilicata (www.basilicatanet.it – che in realtà è un portale che costava alcuni miliardi di lire all’anno affidato un tempo a società del gruppo “Espresso – Repubblica”) e alla voce petrolio/documenti c’è tanto. Ma niente che dica delle quantità estratte in questi anni, un minimo di dettaglio per pozzo o per zona. Alla pagina “dati estrazione Viggiano”. Nei primi otto anni di estrazioni, sino a tutto il 31.12.2006, riporta il sito internet regionale, le royalties maturate per il petrolio estratto a Viggiano ammontano a 345 milioni di euro. Nel solo 2008, secondo una dichiarazione fatta alla trasmissione “Anno Zero” dal Presidente della Giunta regionale (Prof. De Filippo) che parlava di royalties fissate al 7% del prezzo del “barile”, dovrebbero essere maturate provvigioni per oltre 140 milioni di euro <<7 1.52="" 105="" 2008="" 366="" 7="" 93="" cambio="" del="" di="" dollari="" dollaro="" estrazione="" euro="" giorni="" in="" percentuale="" petrolio="" prezzo="" royalties="" usa="" x="">>. Intanto, ci lasciamo tranquillizzare dalla qualità dell’aria e dell’acqua attentamente misurate dagli indicatori riportati nella fatidica pagina internet relativa a Viggiano. Per l’aria abbiamo: 1) SO2 = 0 (zero) microgrammi per metro cubo – soglia ammessa 125; 2) NO2 = 2 microgrammi per metro cubo – soglia ammessa 220; CO = 40 microgrammi per metro cubo – soglia ammessa 10.000. Per l’acqua i dati sono meno comprensibili: 1) BOD = 1,01 microgrammi per metro cubo; COD = 3,53 microgrammi per metro cubo; 3) FENOLI = non disponibili; 4) GRASSI ed oli minerali e vegetali = non disponibili. Per l’Acqua non vengono indicati i valori di soglia, ma dobbiamo confidare che siano di gran lunga superiori a quelli rilevati. Nulla, invece, spiega la pagina internet, circa il numero e la distribuzione dei campioni esaminati, la frequenza dell’esame e la certificazione dello stesso. Tuttavia sull'acqua arrivano le rassicuranti parole del signor Ruggero Gheller (ENI) e tutto va per il meglio. Ma c’è un dato che più di tutti andrebbe compreso e, forse, spiegato. Da un rilievo dell’anno 2003, risulta che da Monte Alpi venivano estratti oltre novemila chilogrammi di gas all’ora che fanno 216mila kg al giorno per un totale di 78.840 tonnellate/anno. C’è da considerare che questi “stream-gas” contenuti nel petrolio estratto, saranno certamente aumentati con il crescere delle quote di “produzione” giornaliera. Poiché non abbiamo alcuna evidenza di dove siano finite queste centinaia di migliaia di tonnellate di gas vari (metano, etano, propano, butano ecc...) e rilevando a lume di naso (è proprio il caso di dirlo, basta sostare qualche minuto nei pressi del centro oli di Viggiano) che l’inquinamento percepito sembra maggiore di quello “misurato”, saremmo portati a pensare che questi gas siano stati bruciati in torcia. Se qualcuno è in grado di smentire queste deduzioni da incompetenti, si affretti a farlo. Perché l’alternativa è che qualche milione di tonnellate di gas altamente inquinanti, contenenti sostanze tossico-nocive, siano stati bruciati senza nessuna precauzione; anzi, vengono bruciate ogni giorno, ora, minuto e secondo. In questi giorni la fiamma della “torcia” di Viggiano è particolarmente alta, aumento di estrazioni? Poi, magari, sarebbe anche utile sapere perché l’ENI si sia affidata ad una società estera (Hyprotech Ltd) per analizzare il “gas-stream”, quando abbiamo in regione una università con tanto di dipartimento chimico; ma prima della curiosità viene la salute di un’intera regione. Le autorità sanitarie e giudiziarie ne sono certamente consapevoli ed il loquace signor Ruggero Gheller pure!
di Filippo de Lubac

sabato 25 maggio 2013

Il segreto di Filippo Bubbico: viceministro per meriti sconosciuti

Una piccola regione povera e sovraesposta: quelle domande (senza risposta) sul petrolio lucano

Che non siano le qualità e le competenze personali a determinare gli scranni dove poggiare le rispettabili parti basse della nostra classe politica, è un dato pressoché incontrovertibile. Ma anche quando si volesse seguire la logica strettamente “politica” delle convenienze di partito e della rappresentanza delle tessere in campo, le nomine di Filippo Bubbico a Vice-Ministro degli Interni e di Roberto Speranza a capogruppo del PD alla camera non sono facilmente comprensibili.
Filippo Bubbico
La Basilicata è una piccola regione, pochi elettori in tutto che attribuivano un larghissimo consenso elettorale al PD, recentemente evaporato con l'ascesa del Movimento 5 Stelle di Grillo. Non ci sono competenze professionali specifiche per un architetto che arriva al Ministero degli Interni. Nemmeno l'esperienza della consulenza alla progettazione di impianti di gelsibachicoltura, svolta da Filippo Bubbico durante la lunga carriera politica, fornisce elementi distintivi in quella direzione.
Roberto Speranza
 
Così come un giovane neo-parlamentare che assurge alla guida dei parlamentari PD alla Camera, non può certo possedere l'esperienza necessaria per guidare il gruppo politico più numeroso, anzi maggioritario, alla Camera. E allora? Poiché in politica tutto può accadere ma nulla accade per caso, forse la domanda da porsi è altra e la risposta, se mai ci fosse, spiegherebbe tutto l'arcano. È una domanda già posta a diversi presidenti del Consiglio dei Ministri, Ministri, politici ed economisti. Persino e ripetutamente al Direttore Generale per le Risorse Minerarie ed Energetiche del Dipartimento per l'Energia del Ministero dello Sviluppo Economico, Ing. Franco Terlizzese. È una domanda semplice semplice: quanto petrolio c'è sotto la Basilicata? Forse Filippo Bubbico lo sa, forse Roberto Speranza lo sa, forse Vincenzo Folino lo sa e forse è proprio per questo dato e tutto ciò che ne consegue che la rappresentanza lucana a Roma non può essere insignificante. Qualcuno, poi, si domanda come mai nessuna testata giornalistica nazionale pone questa semplice domanda all'ENI, ai governi issimi e non, ai Ministri ed ai Direttori Generali. Anche questa risposta è semplice: basta sfogliarli i giornali e guardare le figure.
di Nicola Piccenna

domenica 19 maggio 2013

Lettera ad Direttore de L'Indipendente Lucano: "Lasciate in pace Filippo Bubbico"!



Caro direttore,
ancora una volta viene riconosciuta la competenza professionale e politica di Filippo Bubbico che è stato nominato Vice-Ministro degli Interni, alta e delicatissima responsabilità.
Ancora una volta, Travaglio & C. hanno riproposto il tema trito e ritrito del “baco da seta” per sparare a zero su un politico lucano.
Immagino che anche il suo giornale non vorrà essere da meno e riproporre i soliti temi e le solite doglianze che mai, ripeto mai, hanno avuto il minimo riscontro giudiziario.
Mi chiedo e Le chiedo se e quando potremo superare queste contrapposizioni personali e dedicare energie, capacità e risorse allo sviluppo ed alla crescita della Basilicata.
Un montese onesto

Risponde Nicola Piccenna, giornalista pubblicista
Caro “montese onesto”,
apprezzo molto lo sforzo che Le sarà costato l'invito a superare quelle che Lei continua (ne aveva già parlato in una precedente lettera pubblicata su questo giornale il 13 aprile scorso) a definire “contrapposizioni personali” e che riteniamo di dover ribadire trattarsi di inquietanti interrogativi che avrebbero meritato risposte. Sulla vicenda del Consorzio Seta Italia e Consorzio Seta Basilicata, quello che inquieta non è tanto il fallimento dell'iniziativa industriale con conseguente spreco di risorse pubbliche ma l'assoluta inerzia e inattività delle Procure della Repubblica di Matera e di Potenza che, informate di gravissime ipotesi di reato, nulla hanno posto in essere per verificarne la fondatezza ovvero l'inconsistenza, trattandosi di atti dovuti e non facoltativi a tutela della credibilità del sistema giudiziario, della magistratura indigena e dello stesso Filippo Bubbico che avrebbe potuto uscirne indenne invece che apparire come protetto da impunità. Non mi riferisco all'uso dei fondi pubblici, pur dove non è chiaro se gli ispettori regionali addetti a redigere gli stati di avanzamento propedeutici alle erogazioni comunitarie abbiano fatto il loro dovere ovvero abbiano indulto a certificazioni inveritiere. Piuttosto andava chiarito il ristorno (con fattura) con cui Filippo Bubbico incassa il 75% delle competenze di progettazione degli impianti di gelsibachicoltura. L'agronomo progettava e fatturava ai soci del Consorzio Seta Basilicata, l'architetto (Bubbico) forniva consulenza sulla gelsibachicoltura all'agronomo. Le pare saggio? Questo giornale ed altri prima di questo hanno pubblicato i documenti di questo insolito scambio di prestazioni e denari, nessuno ha fornito risposte ma, cosa davvero inquietante, nessuno pare averle nemmeno cercate fra coloro che avevano (ed hanno) l'obbligo di farlo! L'ultimo intervento di “Travaglio & C.” di cui ci scrive, ritengo si riferisca a quanto pubblicato su “Il Fatto Quotidiano” il 4 maggio 2013. Ebbene, lo rilegga con attenzione e troverà che, titolo a parte, non è poi questa critica così aspra, tutt'altro. Verrebbe da chiedersi perché nessuno affronta il tema dell'agronomo e, ancor più, perché nessuno evidenzia le responsabilità dei magistrati che a Milano, Matera e Potenza, pur formalmente interessati, nulla sembrano aver posto in essere o, quantomeno, nulla hanno ritenuto di chiarire all'opinione pubblica sul delicato argomento.
Infine, mi sembra importante associarmi e condividere lo spirito e l'augurio che tutti si possa contribuire “allo sviluppo ed alla crescita della Basilicata”, Bubbico compreso e, per quanto è dato di conoscere, sarebbe la prima volta.
Nicola Piccenna