Caro direttore,
ancora una volta viene riconosciuta la
competenza professionale e politica di Filippo Bubbico che è stato
nominato Vice-Ministro degli Interni, alta e delicatissima
responsabilità.
Ancora una volta, Travaglio & C.
hanno riproposto il tema trito e ritrito del “baco da seta” per
sparare a zero su un politico lucano.
Immagino che anche il suo giornale non
vorrà essere da meno e riproporre i soliti temi e le solite
doglianze che mai, ripeto mai, hanno avuto il minimo riscontro
giudiziario.
Mi chiedo e Le chiedo se e quando
potremo superare queste contrapposizioni personali e dedicare
energie, capacità e risorse allo sviluppo ed alla crescita della
Basilicata.
Un montese onesto
Risponde Nicola Piccenna, giornalista pubblicista
Caro
“montese onesto”,
apprezzo
molto lo sforzo che Le sarà costato l'invito a superare quelle che
Lei continua (ne aveva già parlato in una precedente lettera
pubblicata su questo giornale il 13 aprile scorso) a definire
“contrapposizioni personali” e che riteniamo di dover ribadire
trattarsi di inquietanti interrogativi che avrebbero meritato
risposte. Sulla vicenda del Consorzio Seta Italia e Consorzio Seta
Basilicata, quello che inquieta non è tanto il fallimento
dell'iniziativa industriale con conseguente spreco di risorse
pubbliche ma l'assoluta inerzia e inattività delle Procure della
Repubblica di Matera e di Potenza che, informate di gravissime
ipotesi di reato, nulla hanno posto in essere per verificarne la
fondatezza ovvero l'inconsistenza, trattandosi di atti dovuti e non
facoltativi a tutela della credibilità del sistema giudiziario,
della magistratura indigena e dello stesso Filippo Bubbico che
avrebbe potuto uscirne indenne invece che apparire come protetto da
impunità. Non mi riferisco all'uso dei fondi pubblici, pur dove non
è chiaro se gli ispettori regionali addetti a redigere gli stati di
avanzamento propedeutici alle erogazioni comunitarie abbiano fatto il
loro dovere ovvero abbiano indulto a certificazioni inveritiere.
Piuttosto andava chiarito il ristorno (con fattura) con cui Filippo
Bubbico incassa il 75% delle competenze di progettazione degli
impianti di gelsibachicoltura. L'agronomo progettava e fatturava ai
soci del Consorzio Seta Basilicata, l'architetto (Bubbico) forniva
consulenza sulla gelsibachicoltura all'agronomo. Le pare saggio?
Questo giornale ed altri prima di questo hanno pubblicato i documenti
di questo insolito scambio di prestazioni e denari, nessuno ha
fornito risposte ma, cosa davvero inquietante, nessuno pare averle
nemmeno cercate fra coloro che avevano (ed hanno) l'obbligo di farlo!
L'ultimo intervento di “Travaglio & C.” di cui ci scrive,
ritengo si riferisca a quanto pubblicato su “Il Fatto Quotidiano”
il 4 maggio 2013. Ebbene, lo rilegga con attenzione e troverà che,
titolo a parte, non è poi questa critica così aspra, tutt'altro.
Verrebbe da chiedersi perché nessuno affronta il tema dell'agronomo
e, ancor più, perché nessuno evidenzia le responsabilità dei
magistrati che a Milano, Matera e Potenza, pur formalmente
interessati, nulla sembrano aver posto in essere o, quantomeno, nulla
hanno ritenuto di chiarire all'opinione pubblica sul delicato
argomento.
Infine,
mi sembra importante associarmi e condividere lo spirito e l'augurio
che tutti si possa contribuire “allo sviluppo ed alla crescita
della Basilicata”, Bubbico compreso e, per quanto è dato di
conoscere, sarebbe la prima volta.
Nicola Piccenna
ma in toghe lucane non c'era la questione dei bachi da seta? cioe' non e' stato indagato bubbico da de magistris per i bachi?
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