lunedì 23 febbraio 2015

Basilicata: una regione troppo stretta: quel vizio di attribuire patenti!

La premessa era d'obbligo ed anche opportuna. Leggendo i commenti che giungono sul "post" pubblicato su questo blog all'indirizzo http://toghelucane.blogspot.it/2015/02/basilicata-una-regione-troppo-stretta.html si rendono necessarie alcune precisazioni:
Nicola Piccenna (alias Filippo de Lubac)

1) è opportuno rileggere la premessa;

2) è indispensabile leggere tutto il testo;

3) è fondamentale attribuire a quanto scritto il significato esplicitato dall'autore e non quello che il lettore ritiene vi sia sottinteso!
Scripta manent, fortunatamente, e questo consente di rileggerli quante volte si vuole;

4) è inopportuno utilizzare il blog per lanciare improperi o attribuire patenti di moralità/immoralità o di colpevolezza/innocenza.

Ciò premesso, poiché la pubblicazione dei commenti implica la responsabilità dell'editore/proprietario del sito, nessun commento ritenuto offensivo o lesivo della onorabilità di chicchessia verrà pubblicato.

Gerardina Romaniello
In particolare, poi, a quei lettori che hanno inteso utilizzare l'anzidetto scritto per criticare la persona e l'attività d'ufficio di Gerardina Romaniello occorre un supplemento di chiarimento:

a) La D.ssa Romaniello non è mai stata attinta da procedimenti penali e mai ritenuta responsabile sul piano disciplinare di alcunché. Viceversa, ha avuto (giovanissima) la statura per resistere alle esternazioni di Francesco Cossiga, continuando imperterrita a compiere il proprio dovere;

b) La domanda sulla opportunità di trattare a Potenza i procedimenti penali o civili che vedono tra le parti il Dr. Saponara (marito di Gerardina Romaniello) non è posta certo alla D.ssa Romaniello (che, ovviamente, non se ne occupa) ma ai magistrati che li trattano;

c) le questioni di opportunità, sollevate nel citato "post", sono avanzate nell'esclusivo interesse della corretta amministrazione della giustizia e, quindi, degli innocenti. Gli unici che possono trarre beneficio dalla "tardiva" scoperta di vizi legati a motivi di opportunità sono coloro che dovessero risultare colpevoli. Le ragioni di opportunità sono concepite, nel codice, per tutelare l'opera e l'onorabilità dei magistrati e la credibilità del sistema giudiziario.

Chi scrive, ha avuto modo di conoscere personalmente la D.ssa Romaniello negli anni 2006-2007. Anni in cui i vertici della Procura di Matera e della Procura Generale di Potenza erano indagati per gravissimi reati tra i quali l'associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari. (molti di quegli indagati sono oggi sotto processo per associazione per delinquere finalizzata alla costituzione di associazione segreta!). Erano tempi in cui i magistrati di Potenza che non fingevano fossi trasparente, incontrandomi, erano tre. Uno di quelli si chiama Gerardina Romaniello!

giovedì 19 febbraio 2015

Basilicata: una regione troppo stretta. Cardiochirurgia al San Carlo (prima puntata)

Sono liberi i Lucani: di tacere o di parlare a comando

Sono pochi, i Lucani: mezzo milione. Sono poveri, i Lucani: mediamente s'intende! Sono schiavi i Lucani: un ceto politico che non vede oltre il proprio ombelico (o, in alcuni casi, subito sotto). Sono rassegnati, i Lucani: al massimo alti proclami su FB, quelli in campo sono pochi e soli. Sono liberi i Lucani: di tacere o di parlare a comando.
Parlare dei massimi sistemi non serve. Siamo tutti un po' troppo presi dall'immanente, dall'immediato, persino dal necessario e non abbiamo tempo per l'indispensabile.
Succede così che le notizie, la cosiddetta “informazione” ci scivola addosso senza possibilità di appiglio, di vera conoscenza e comprensione. Qualche parola, a volte una intera frase colta da un titolo di giornale o da qualche sprazzo televisivo ed il resto è la fantasia preda dei luoghi comuni.
Il Governatore della Basilicata: Marcello Pittella
L'attenzione dura venti righi sullo scritto e 30 secondi sul video, quindi occorre arrivare subito al sodo. Ergo, facciamo un esempio.
Ospedale San Carlo (Potenza): donna muore durante un intervento chirurgico a cuore aperto. Una conversazione registrata da un medico, rivela uno scenario agghiacciante: un errore ha causato la morte, una finzione ha coperto l'errore. La coperta salta, perché la telefonata diventa pubblica e succede il patatrac. Tutti i Lucani si sono fatti un'idea e tutti si sono indignati. Quanti hanno gli elementi di conoscenza per comprendere sino in fondo quello che è accaduto nei palazzi del potere politico e del Tribunale di Potenza dopo un accadimento terribile e disumano?
C'è un meccanismo odioso che scatta dopo una tragedia: la presa di beneficio. Molti ricorderanno i furbetti che ridevano del terremoto pensando agli affari che ne sarebbero derivati.
Cominciamo un viaggio di conoscenza nella vicenda San Carlo partendo dalle relazioni corte che occorre conoscere per comprendere bene:
Faustino Saponara: medico chirurgo. Effettua la registrazione della conversazione intercorsa tra lui e Michele Cavone (chirurgo anch'egli) nella quale racconta dell'errore medico e della copertura tentata per eludere responsabilità. Saponara nega di essere l'autore della registrazione, il giudice (Amerigo Palma) afferma in atti che è stato Saponara a registrare. (se non fosse stato Saponara ad effettuare la registrazione, questa non costituirebbe elemento utile nel processo essendo abusiva).
Nicola Marraudino, Michele Cavone e Matteo Galatti: chirurghi sotto processo per omicidio colposo.
Giampiero Maruggi: Direttore Generale dell'ospedale San Carlo di Potenza quando viene resa nota la “confessione telefonica”.
Marcello Pittella: Governatore della Regione Basilicata che ha la responsabilità della nomina dei vertici amministrativi e sanitari delle Aziende Sanitarie Regionali Lucane.
Michele Napoli: avvocato, difensore del Dr. Saponara.
Faustino Saponara è marito di Gerardina Romaniello, giudice delle Indagini Preliminari presso il Tribunale di Potenza. La D.ssa Romaniello tratta (inevitabilmente) vicende giudiziarie che vedono indagato il Presidente Marcello Pittella. Quest'ultimo deve decidere sulle nomine dei vertici della sanità regionale ed ha, tra i consiglieri di opposizione l'avv. Michele Napoli, capogruppo del PDL. Tra Saponara, Maruggi, Azienda San Carlo ed altri della galassia sanitaria Lucana sono in corso contenziosi giudiziari civili e penali, tutti incardinati presso il Tribunale di Potenza.
Gerardina Romaniello: giudice del Tribunale di Potenza
Come se ne esce fuori, giacché sembra che tutti ignorino i motivi di opportunità che consiglierebbero a chi opera in posizione di “conflitto d'interessi”, cioè con casacche dell'una e dell'altra squadra, di scegliere una sola bandiera?
I procedimenti a carico di un magistrato o di un suo stretto congiunto possono essere trattati nel Tribunale presso cui opera quel magistrato?
Le valutazioni di “opportunità” sono espresse dall'ordinamento (come da chi scrive) ad esclusiva tutela delle persone e delle funzioni ricoperte, giacché non si discute affatto della correttezza e del rigore di ciascuno e si vuole fare in modo che nessuno possa, nemmeno lontanamente, dubitarne (1. continua)

Filippo de Lubac

sabato 14 febbraio 2015

Quella libertà di stampa che non interessa (quasi) a nessuno


52 mesi or sono (ottobre 2010) il polso delle persone scese in difesa della libertà di stampa in Italia, segnava solo quindici interventi in difesa di un giornalista ingiustamente condannato per aver pubblicato notizie vere, di pubblico interesse e con linguaggio continente. Sul blog www.toghelucane.blogspot.com, questa la notizia pubblicata:

http://toghelucane.blogspot.it/2010/10/15-uomini-sulla-cassa-del-morto.html

sabato 23 ottobre 2010
Libertà di stampa: 15 uomini sulla cassa del morto
Al momento (ore 20:10 del 22/10/2010) sono diciannove i commenti al pensiero di Carlo Vulpio (http://www.carlovulpio.it/) sulla vicenda che vede coinvolto Giacomo Amadori (giornalista di Panorama) e Fabio Diani (appuntato della GdF in servizio a Pavia). Una vicenda emblematica di un'Italia che, quanto a democrazia, ha toccato un livello così infimo da dubitare che si possa mai risalire. Un giornalista pubblica notizie vere, di pubblico interesse, con un linguaggio consono e per questo viene indagato. Gli organi di stampa e televisione, l'ordine dei giornalisti, le penne illustri ed soloni di ogni occasione tacciono o, al limite, biascicano qualcosa. Poi ci sono i faziosi di ogni colore che, quando si accorgono di appartenere allo schieramento avverso (oggi a Panorama, ieri a Repubblica), danno addosso al malcapitato. La libertà di stampa è sacra quando incassi due milioni di euro all'anno o cinquantamila a puntata o tremila al mese, un delitto quando ad esercitarla è un malcapitato ostile a chi ti paga, poco o tanto che sia.

Capita così che i commenti al pensiero di Carlo Vulpio, irriducibile sostenitore del “liberi tutti”, siano solo 19. Nel mondo della rete, nell'era della globalizzazione, solo in 15 (alcuni sono intervenuti più volte) hanno voluto esprimersi sul tema delicatissimo della libertà di stampa che è poi il tema della libertà tout court. 15 uomini sulla cassa del morto. Filippo de Lubac



Qualche giorno fa, da questo blog, abbiamo lanciato una petizione per la difesa della libertà di stampa a cui hanno aderito in 35:

giovedì 5 febbraio 2015

Difendi la libertà di stampa: firma anche tu la petizione alla Corte dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo
Un terribile attacco alla libertà di stampa è in corso in Italia. Da 10 anni, un giornalista è implicato in centinaia di procedimenti penali. Egli ha una sola colpa: lui ha scritto la verità. Inchieste giornalistiche che non piacciono ad un signore arrogante che crede di poter impedire la libera informazione. Firma per chiedere l'intervento della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo.

Un terrible attaque sur la liberté de la presse est en cours en Italie. Depuis 10 ans, un journaliste est impliqué dans des centaines de cas criminels. Il n'a qu'un défaut: ils ont écrit la vérité. Les enquêtes menées par des journalistes qui ne aiment pas un gentleman arrogant qui croit qu'il peut empêcher l'information gratuite. Signature de demander l'intervention de la Cour européenne des droits de l'homme.

A terrible attack on freedom of the press is in progress in Italy. For 10 years, a journalist is involved in hundreds of criminal cases. He has only one fault: he wrote the truth. Investigations by journalists who do not like a gentleman arrogant who believes he can prevent the free information. Signature to request the intervention of the European Court of Human Rights.

Un terrible atentado contra la libertad de prensa está en curso en Italia. Durante 10 años, periodista está involucrado en cientos de casos penales. Él tiene un solo defecto: escribió la verdad. Las investigaciones de los periodistas que no les gusta un caballero arrogante que cree que puede evitar que la información libre. Firma para solicitar la intervención de la Corte Europea de Derechos Humanos.

Ein schrecklicher Angriff auf die Pressefreiheit ist in Arbeit in Italien. Seit 10 Jahren wird ein Journalist in Hunderten von Kriminalfällen beteiligt. Er hat nur einen Fehler: er die Wahrheit geschrieben. Untersuchungen von Journalisten, die nicht wie ein Gentleman arrogant, der glaubt, er kann die kostenlose Informationen zu verhindern. Signatur, um die Intervention des Europäischen Gerichtshofs für Menschenrechte zu verlangen.

Firma la petizione: Je Suis M. Nicola Piccenna

Oggi leggiamo sui giornali che l'Italia ha perso 24 posizioni nella classifica mondiale che misura la libertà di stampa in un Paese.

Nel rapporto di Reporter senza frontiere l’Italia al 73esimo posto a causa di «attacchi mafiosi» e «querele ingiustificate per diffamazione»:
http://www.corriere.it/cronache/15_febbraio_12/liberta-stampa-mondo-italia-perde-24-posizioni-73esimo-posto-eab023c0-b2c4-11e4-9344-3454b8ac44ea.shtml

Non ce n'eravamo accorti!

A noi sembrava che raddoppiare il numero di coloro che scendono in campo per difendere un diritto fondamentale per la democrazia e la civiltà sociale, in soli quattro anni, fosse un grande balzo in avanti!

sabato 7 febbraio 2015

Vestiti di porpora e addobbati con l'ermellino


In materia di cronaca giudiziaria e, prim'ancora, di amministrazione della giustizia, spesso sorge la domanda sulla utilità dell'informazione. Per essere più precisi, sulla sua inutilità o, peggio ancora, sul fatto che può nuocere gravemente alle persone (ed alle inchieste).
Da un punto di vista puramente accademico/filosofico la discussione è, e resterà, aperta ed anche irrisolvibile.

Vi è, invece, un approccio pragmatico che può fornire qualche semplificazione. L'informazione è come la dinamite: può compiere in pochi attimi enormi ed utili lavori oppure seminare disastri e lutti. Dipende da chi la usa e quali fini si propone.
Certo è, che l'informazione scritta lascia una traccia indelebile che consente di (ri)valutarla nel corso del tempo.
Sfogliando i vecchi giornali, per esempio, scorriamo il succedersi delle inaugurazioni dell'Anno Giudiziario in Basilicata e scopriamo le cronache uniche ed esclusive delle testate in cui maggiormente ha trovato spazio un collega pubblicista lucano, Nicola Piccenna:

Il Resto del 7/2/2009 - "Vestiti di porpora e addobbati di ermellino"

L'Indipendente Lucano del 24/12/2011 - "Tufano, Roca, Bonomi e tanti altri"

L'Indipendente Lucano del 4/2/2012 - "Silenzi omertosi su Toghe Lucane"

(leggi gli articoli cliccando sui titoli)

Colpisce l'attualità dell'analisi e la freschezza del giudizio che, questo è il punto, mantiene aspetti quasi "profetici" interessanti da analizzare anche oggi. Forse meriterebbe uno studio più analitico, l'opera di questo giornalista lucano che tanto ha dato e, ci auguriamo, continuerà a dare: esempio per i giovani colleghi e monito per quelli meno inclini alla battaglia per una informazione libera e indipendente, nel concreto e fuori della solita retorica di facciata. (di Franco Venerabile)

Ringrazio il collega e intimo amico Franco Venerabile per aver ripreso questi scritti a testimonianza che la storia non è cosa poco significativa.

Volendo, però, restare nel pragmatismo invocato, ritengo di dover segnalare che, molti magistrati protagonisti di quella stagione giudiziaria Lucana sono ormai in quiescenza o fuori gioco e per loro, lentamente, procede la fase processuale che non giungerà a nessun risultato apprezzabile giacché hanno esercitato indisturbati il loro ufficio distorcendo e violando la Legge (questa l'ipotesi per cui sono sotto processo).

Ne restano alcuni e ne sono subentrati altri (almeno in un caso conclamato) che hanno ripreso e continuato l'opera di infedele servizio allo Stato ed ai cittadini. Oggi, come allora, gli organismi competenti sono stati informati formalmente ed hanno avviato i procedimenti penali e disciplinari cui sono obbligati dalla Costituzione.

Oggi come allora, nulla pongono in essere per interrompere gli abusi ed il favoreggiamento. Non è dato sapere cosa aspettino e non è opportuno (e nemmeno la Legge lo consente a tutela dell'indagine in corso) rivelare nomi, fatti ed atti giudiziari.

Lo faremo in seguito, tra altri tre, quattro o sei anni, quando nessun impedimento giuridico eviterà ai magistrati indagati ed a quelli inquirenti di essere consegnati alla storia in tutta la loro meschina mediocrità.

venerdì 6 febbraio 2015

“Je suis M. Nicola Piccenna, journaliste d’investigation”

http://www.ilcorriereitaliano.it/il-giornalista-super-querelato


Qualcosa si muove, Il Corriere Italiano (punto it) rilancia la petizione che chiede l'intervento della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (Strasburgo) per approfondire e far cessare il più vasto e prolungato attentato alla libertà di stampa documentato in Italia.
Un giornalista costretto a seguire più di 350 tra procedimenti penali e disciplinari (questi ultimi a carico di magistrati) a causa di un querelatore seriale. Dieci anni di udienze, deposizioni, ricorsi, opposizioni che oggi documentano quanto sia poco tutelato il giornalismo d'inchiesta e, ancor meno, perseguito chi, infastidito dalla libera informazione, usa la terribile arma della calunnia per intimidire e mettere a tacere i giornalisti scomodi.

Leggi l'articolo pubblicato da: Il Corriere Italiano

giovedì 5 febbraio 2015

Difendi la libertà di stampa: firma anche tu la petizione alla Corte dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo

Un terribile attacco alla libertà di stampa è in corso in Italia. Da 10 anni, un giornalista è implicato in centinaia di procedimenti penali. Egli ha una sola colpa: lui ha scritto la verità. Inchieste giornalistiche che non piacciono ad un signore arrogante che crede di poter impedire la libera informazione. Firma per chiedere l'intervento della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo.

Un terrible attaque sur la liberté de la presse est en cours en Italie. Depuis 10 ans, un journaliste est impliqué dans des centaines de cas criminels. Il n'a qu'un défaut: ils ont écrit la vérité. Les enquêtes menées par des journalistes qui ne aiment pas un gentleman arrogant qui croit qu'il peut empêcher l'information gratuite. Signature de demander l'intervention de la Cour européenne des droits de l'homme.

A terrible attack on freedom of the press is in progress in Italy. For 10 years, a journalist is involved in hundreds of criminal cases. He has only one fault: he wrote the truth. Investigations by journalists who do not like a gentleman arrogant who believes he can prevent the free information. Signature to request the intervention of the European Court of Human Rights.

Un terrible atentado contra la libertad de prensa está en curso en Italia. Durante 10 años, periodista está involucrado en cientos de casos penales. Él tiene un solo defecto: escribió la verdad. Las investigaciones de los periodistas que no les gusta un caballero arrogante que cree que puede evitar que la información libre. Firma para solicitar la intervención de la Corte Europea de Derechos Humanos.

Ein schrecklicher Angriff auf die Pressefreiheit ist in Arbeit in Italien. Seit 10 Jahren wird ein Journalist in Hunderten von Kriminalfällen beteiligt. Er hat nur einen Fehler: er die Wahrheit geschrieben. Untersuchungen von Journalisten, die nicht wie ein Gentleman arrogant, der glaubt, er kann die kostenlose Informationen zu verhindern. Signatur, um die Intervention des Europäischen Gerichtshofs für Menschenrechte zu verlangen.

mercoledì 4 febbraio 2015

Impunità di casta

Il Giudice dell'udienza preliminare di ___________ nel motivare dette assoluzioni ha violato la legge penale, incorrendo in ipotesi scolastica di:
  1. VIZIO di mancanza di motivazione, e cioè non motivando quello che si è deciso e motivando meno di quello che si è deciso (in processo complesso, definito con sentenza a seguito di rito abbreviato oggettivamente e soggettivamente complesso, il giudice tace su capi decisivi del processo); le argomentazioni addotte dal giudice a dimostrazione della fondatezza del suo convincimento sono prive di completezza in relazione a specifiche questioni costituenti il compendio probatorio di cui disponeva e dotate del requisito della decisività;
  2. vizio di motivazione contraddittoria, e cioè palesando contraddittorietà tra le premesse e la conclusione;
  3. vizio di travisamento della prova, dicisiva e specifica;
  4. vizio di illogicità manifesta, avendo scelto ipotesi ricostruttiva del fatto intrinsecamente incoerente”
Lo scritto innanzi riportato è firmato dalla Procura Generale di.......................... ed è parte di un ricorso in appello contro una sentenza di assoluzione. La Corte d'Appello ha confermato l'assoluzione e ne attendiamo le motivazioni prima di pubblicare il nome del “Giudice dell'Udienza Preliminare, quello del PM che in quell'udienza chiese ed ottenne l'assoluzione, quello del Sostituto Procuratore Generale che firmò il ricorso in Appello.
Sembra interessante capire perché un Giudice che ha fatto quello che gli viene contestato in 1), 2), 3), e 4) resta a fare il giudice oppure, in alternativa, se non fosse vero che ha commesso tutti quegli errori, perché non ha querelato il Sost. Proc. Gen. che scrive quelle cose ha scritto.
Può sembrare una domanda accademica di scarso interesse, invece non è così.
Quel giudice e quel PM hanno querelato il giornalista che riportò la notizia di una loro “violazione della legge penale” e quel giornalista, oggi, è sotto due processi: uno con l'ipotesi di aver diffamato il Giudice e l'altro con l'ipotesi di aver diffamato il PM. Il tutto con un solo articolo! Anche in questo caso daremo nomi, cognomi e sentenze appena queste saranno definitive.
Sempre in quelle latitudini, per 13 procedimenti contro magistrati, il PM ha formulato 13 istanze di archiviazione fotocopia, cambiando solo il numero del procedimento. Le querele sono per fatti diversi, compiuti in tempi diversi e con reati (ipotizzati dal querelante) diversi. La richiesta di archiviazione “fotocopia”, sostiene che si tratta di fatti già denunciati ed affrontati da altri procedimenti penali pure archiviati.
Un magistrato in altra Procura, in un caso analogo ma di cui possiamo fare nomi e cognomi perché definito, arrivò persino a chiedere alla Guardia di Finanza una relazione che sancisse l'avvenuta trattazione ed archiviazione dei reati denunciati.
Leggete cosa scrisse la Guardia di Finanza e domandatevi come è possibile che tutti i procedimenti menzionati siano stati archiviati con la falsa motivazione di essere già trattati in altro procedimento archiviato.
Quando non si punisce un magistrato che vìola la legge penale, gli altri si sentono legittimati a fare altrettanto, confidando sull'impunità di casta.

domenica 1 febbraio 2015

La libertà di stampa ti riguarda. Difendila in prima persona, firma la petizione!


La libertà, anche quella della stampa, è un diritto di tutti che ciascuno ha il dovere di difendere e promuovere


Chiediamo alla Corte dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo di fare luce sulla più vasta, documentata e prolungata persecuzione giudiziaria Italiana attuata da un querelante seriale e supportata da certa magistratura negligente e neghittosa.

Prima di firmare, puoi consultare gli atti giudiziari pubblicati su www.piccenna.it e www.toghelucane.blogspot.com



Sembrano mulini a vento ma sono nemici della libertà

http://firmiamo.it/je-suis-m--nicola-piccenna--journaliste-d-investigation#petition