mercoledì 29 luglio 2015

Spero che vergognarsi di un magistrato, motivatamente, non sia reato!

Caro dr. Alberto Cianfarini,
magistrato in quel di Catanzaro, io mi vergogno di lei, del suo modo di amministrare la funzione giudiziaria e dell'arroganza con cui pretende di non essere criticato per gli atti che compie in dispregio dei cittadini Italiani (nel nome dei quali, Lei amministra - dovrebbe amministrare - la Giustizia).
Lei un giorno di dicembre del 2009, intervenendo in un processo di cui nulla sapeva e senza avere nemmeno il tempo di sfogliare dieci delle migliaia di pagine che lo costituivano, chiese l'assoluzione per quegli imputati per i quali, qualche minuto prima, il suo collega Vincenzo Capomolla aveva chiesto ed ottenuto il processo ritenendoli meritevoli di condanna.
Il Giudice concesse l'assoluzione ed io pubblicai una cronaca dei fatti con una dura critica all'operato Suo e dei suoi colleghi. Più in generale scrissi che a Catanzaro operava una vera e propria associazione per delinquere, costituita da magistrati, che faceva strame della giustizia e irrideva i cittadini onesti.
Anni dopo, diversi anni dopo, quella associazione per delinquere (Procuratori della Repubblica, Sostituti Procuratori e Procuratori Aggiunti) venne rinviata a giudizio ed oggi è sotto processo a Salerno.
Mai avrei immaginato che Lei avrebbe avuto l'ardire di querelare quel mio intervento, tanto mi pareva insostenibile la posizione che Lei assunse nel Processo. Invece, ebbe coraggio e querelò.
Diversi anni dopo, in seguito al lento e inesorabile procedere della giustizia, ho dovuto leggere la sua querela poiché dovevo difendermi nel processo.
Mai ho visto una querela così impropriamente formulata, una querela in cui Lei si è limitato ad allegare alcuni articoli tratti da vari siti e blog su internet dicendo ai magistrati: “... Allega a titolo di esempio n. 7 pagine tratte da internet nelle quali si può trarre chiara evidenza del motivo della querela...”. (clicca qui per leggere la querela del Dr. Alberto Cianfarini)
La denuncia era contro ignoti, la doglianza era lasciata al buon cuore del PM, gli articoli tratti da siti di autori diversi.
Oggi, per quella querela, sono finito sotto processo solo io e ancora nessuno ha inteso specificare quali siano le falsità riportate nel mio articolo: non Lei, non il PM che chiese il rinvio a giudizio, non il Suo avvocato nelle sue insistite istanze.
Oggi (maggio 2015), Suo fratello avvocato illuminato e Suo difensore nel processo, ha chiesto il sequestro dell'intero blog “TogheLucane.blogspot.com” ed il giudice del processo, anticipando il giudizio sul processo prima ancora dell'inizio del dibattimento, ha accolto l'istanza “limitandosi” a sequestrare solo quell'articolo: bontà sua. (clicca per leggere il decreto di sequestro che comprende l'intero articolo sequestrato).
Io, mio malgrado, non riesco a non vergognarmi di Lei e, aggiungo, per Lei e per lo Stato in cui si disamministra la Giustizia e si calpesta la libertà d'informazione. E non è colpa mia se a Lei, caro Alberto Cianfarini, dà fastidio che si legga della sua impresa coraggiosa. Perché ci vuole un certo coraggio per smentire il titolare di un'inchiesta e chiedere su due piedi l'assoluzione di tutti gli imputati: nell'appello presentato contro quell'assoluzione, la Procura Generale scrisse che quell'assoluzione violava la Legge Penale. Sì, caro Cianfarini, violava la Legge Penale. Non la mia cronaca, ma l'assoluzione che Lei aveva chiesto e ottenuto violava la legge penale.
Perché non ha querelato il Dr. Eugenio Facciolla che le attribuì la violazione della Legge Penale? Meglio il giornalista, vero? Meglio un figlio di un Dio minore che un collega magistrato.
E, un po', mi vergogno anche dei tanti che fanno finta di non vedere, sentire, capire quello che sta succedendo: magistrati e non.

venerdì 17 luglio 2015

La Procura di Matera inventa reati inesistenti e ignora quelli di cui viene a conoscenza: il CSM ed il Presidente della Repubblica tacciono, prudentemente!

Caro Presidente dell'Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino​, 
intervengo su quanto hai recentissimamente scritto intervenendo nella trista vicenda Crocetta/Tutino (https://www.facebook.com/E.Iacopino/posts/866710840084881)... e non per tirarti la giacchetta su un interesse mio e di alcuni colleghi (che pure c'è ed è grande) ma per ribadire che almeno in un caso, almeno nel caso che ci riguarda e di cui scrivo in seguito, sono stati accertati gravissimi abusi della magistratura e, più in generale, di una vera e propria associazione per delinquere finalizzata ad annichilire la libertà di stampa e minacciare i giornalisti.
Enzo Iacopino

Di questo caso, caro Presidente, hai tutti gli atti giudiziari e le decisioni definitive assunte dalla magistratura.
Possiamo rinnovarti la richiesta di usarli? Possiamo sperare che l'Ordine dei Giornalisti oltre alle prese di posizione forti e coraggiose che sempre ha assunto e di cui Ti diamo atto quale uomo tutto d'un pezzo e persino intrepido, possiamo sperare che l'Ordine assuma un formale ruolo nel richiedere la condanna penale dei magistrati che si sono inventati reati impossibili pur di intimidire, bloccare e minacciare chi faceva lo sporco mestiere del giornalista?
Ecco i fatti: Sette anni fa, tutte le mie utenze telefoniche vennero intercettate da maggio a dicembre (anno 2007). Casa, lavoro, cellulari: ininterrottamente da maggio a dicembre. La Procura che chiedeva quelle intercettazioni era quella di Matera, il PM la d.ssa Annunziata Cazzetta, il GIP che le autorizzava (ogni quindici giorni) il dr. Angelo Onorati.
Annunziata Cazzetta

Io (pubblicista), il mio direttore Nino Grilli, l'editore del settimanale "Il Resto" Emanuele Grilli e due colleghi giornalisti professionisti Gianloreto Carbone (della testata di RAI 3 - Chi L'Ha Visto) e Carlo Vulpio (del Corriere della Sera) iscritti per il reato di associazione per delinquere finalizzata alla diffamazione di una sola persona, Emilio Nicola Buccico.
Emilio Nicola Buccico

Autore quest'ultimo di una sequenza ininterrotta di querele che per due anni (giugno 2006-giugno 2008) lamentavano la diffamazione in circa 80 articoli pubblicati dal settimanale "IL RESTO": praticamente una querela a settimana.
La Procura di Matera, senza svolgere alcuna indagine sulla fondatezza degli articoli (come accertò la Procura di Salerno) decise di intercettare i giornalisti con il dichiarato scopo di scoprire "le fonti". A parte la contraddizione intrinseca nella inchiesta: ci sono articoli ritenuti diffamatori, cioè riportanti notizie non vere e se ne ricercano le fonti?
Oltre diecimila telefonate passate per le utenze a me intestate da cui non emerge alcun atto o progetto illecito o, peggio, criminale. Ma vi è di più: tra le telefonate ve ne sono alcune che parlano di navi fantasma, navi che scaricano petrolio che risulta acquistato all'estero e che viene, perciò, pagato all'estero. Petrolio estratto in nero in Basilcata e spedito a Taranto nell'oleodotto di Viggiano. Quell'oleodotto che non è dotato di contatore! 
Ebbene, a dirlo nelle intercettazioni sono due agenti della Guardia di Finanza, ad ascoltarlo una Procura della Repubblica rappresentata dalle orecchie di Annunziata Cazzetta.
E cosa fa la Procura della Repubblica, cosa fa Annunziata Cazzetta?
Scrive al Ministero degli Interni per chiedere se quegli agenti, quelle persone che utilizzano utenze telefoniche intestate al Ministero degli Interni, sono agenti segreti. Come risponde il Ministero degli Interni o chi per lui quando scopre che è saltata la copertura dei suoi agenti?
Assegna l'inchiesta a due marescialli della Guardia di Finanza che solitamente si occupano di scontrini fiscali (archiviata).
Come finisce con Annunziata Cazzetta? Nel nulla, anzi peggio: chiede il rinvio a giudizio per il reato di associazione a delinquere finalizzata alla diffamazione a mezzo stampa di Emilio Nicola Buccico, per me e per tutti gli indagati.
Un reato impossibile, tecnicamente non può esistere l'associazione a delinquere finalizzata a colpire una singola persona e questo Cazzetta non può non saperlo.
Passano gli anni, ma otto son lunghi e infine (31 luglio 2014) su richiesta del Sost. Proc. Carlo Villani, del Proc. Aggiunto Giuseppe Borrelli e del Proc. Capo Vincenzo Lombardo (tutti della Procura Catanzaro) quella ipotesi di reato viene archiviata: reato impossibile dice la Procura e conferma il GIP. Un reato impossibile tenuto in piedi per otto anni, un reato gravissimo che ha danneggiato la figura professionale e la vita di sei persone per un reato "impossibile"!
Questa storia, caro Presidente, la conosci tutta e quindi non puoi meravigliarti più di tanto se alcuni magistrati si arrampicano sugli specchi e tutti gli altri ne approfittano per dare addosso ai giornalisti e, alle intercettazioni.
Personalmente, quando seppi di essere stato intercettato così intensamente (non conosco altri casi simili per durata nemmeno nelle inchieste sul traffico di droga o sul terrorismo), scrissi che ringraziavo la d.ssa Cazzetta per questa enorme opera di documentazione che da solo non mi sarei potuto permettere. Registrare e trascrivere diecimila telefonate è il documento migliore per raccontare la vita di un giornalista che fa il suo mestiere (non professione, quella la lasciamo alle grandi firme da migliaia di euro al mese). Uno spaccato da cui si scopre che Annunziata Cazzetta e Angelo Onorati hanno inventato un reato inesistente per intimidire e minacciare un piccolo giornale, senza riuscirvi; che hanno appreso di gravissimi reati in atto senza fare nulla per perseguirli o, quantomeno, accertarne la reale consistenza (la condotta Viggiano-Taranto è ancora priva di contatore!); che hanno assecondato le querele infondate e calunniatorie di Emilio Nicola Buccico (a dicembre 2014 un procedimento per calunnia a carico di Buccico è stato archiviato per intervenuta prescrizione), insieme con altri magistrati e contro una pluralità di persone (questa è la vera associazione per delinquere tuttora in essere!).
Per tutto questo, accaduto e documentato in atti giudiziari definitivi, occorre una informazione vera e penetrante, quella che solo le corazzate dell'informazione possono adeguatamente diffondere. Ma per tutto questo, quanto tempo e quante sofferenze ancora ci vorranno?

Un caro saluto e tutta la nostra solidarietà ai colleghi de "L'Espresso".

Dimenticavo: il giorno 15 luglio, a Catanzaro, si è trattato il procedimento penale a carico di Celestina Gravina (attuale Procuratore Capo a Matera). E' indagata di abuso d'ufficio, violazione colposa di doveri inerenti alla custodia di cose sottoposte a sequestro, frode processuale e favoreggiamento personale (nei confronti, cioè a favore, di Emilio Nicola Buccico)... l'associazione continua e la Procura della Cassazione, il CSM ed il Presidente della Repubblica (tutti formalmente edotti delle vicende e dei dettagli probatori) tacciono, semplicemente, tacciono!!!