mercoledì 19 ottobre 2016

Tacere, anche per vergogna, è il male dell'Italia e della Basilicata

Tacere, anche per vergogna, è il male dell'Italia e della Basilicata

La tutela della democrazia ma anche lo sviluppo in un Paese civile sono strettamente dipendenti dalla libertà di informazione che quel "Paese" garantisce ai propri cittadini e dalla libertà con cui i giornalisti svolgono la propria attività se non, addirittura, la propria missione.
464 Procedimenti giudiziari in totale (382 penali, 7 civili, 1 Disciplinare CSM, 74 Disciplinari Cassazione), questo lo score di Nicola Piccenna e Nino Grilli, giornalista e direttore de "Il Resto" a Matera tra il 2006 ed il 2009.
382 erano Procedimenti Penali: 141 da indagati, 123 da persone offese, 118 procedimenti penali connessi.
75 i procedimenti disciplinari a carico di magistrati in cui i danneggiati erano Piccenna e Grilli con alcuni altri occasionali compagni di udienze.


Nicola Piccenna e Nino Grilli
Restano in piedi 9 procedimenti penali a carico del solo Nicola Piccenna (4 per Indagini Preliminari, 4 al dibattimento 1° grado e 1 in Cassazione).
Anni di processi, centinaia di udienze, zero condanne di cui rispondere alla Giustizia: 164 articoli querelati che non hanno diffamato nessuno.
Emilio Nicola Buccico (a destra)
Il querulomane principale, Avv. Emilio Nicola Buccico che in 20 querele si doleva di 102 articoli, oggi è indagato per calunnia derivante da evidenze documentali: sapeva di querelare falsamente i giornalisti.
Neanche adesso, neanche con i processi finiti, siamo riusciti a scucire una parola di esplicita condanna morale, con nomi e cognomi, dall'Ordine dei Giornalisti.
E' così difficile persino salire sul carro dei vincitori che L'Ordine ha lasciato soli nelle aule delle Procure e dei Tribunali?
E' così difficile scrivere il nome del querelante (Emilio Nicola Buccico) che perde TUTTE le querele (20) su TUTTI gli articoli (102) in cui era citato il suo nome?
Evidentemente sì!
Ma questo non è il segnale che ci sono troppi Don Abbondio tra i giornalisti e nemmeno che chi si candida negli organismi regionali e nazionali dovrebbe avere dimostrato un minimo di coraggio professionale (o anche "pubblicistico") per concorrere alle cariche elettive di rappresentanza nell'Ordine.
L'aspetto davvero preoccupante è che l'arretratezza economica e strutturale in cui versano l'Italia e la più ricca regione Italiana, la Basilicata, non sono dovuti solo alla corruzione, alla mala politica, alla mala sanità, alla mala-giustizia ed alla malavita ma sono principalmente conseguenza della mala-informazione.
Tutti i "malamente" possono crescere e prosperare solo se l'informazione si volta dall'altra parte, se il giornalista c'ha famiglia, se l'editore determina la linea editoriale ed i giornalisti piegano la testa.
Grande risalto al "complotto contro Buccico"
Per questo occorreva stroncare un piccolo settimanale di provincia che aveva l'ardire di informare e basta: pubblicando notizie vere, di pubblico interesse e con linguaggio continente. Così recitano le sentenze, i decreti e le ordinanze che quei giornalisti hanno assolto, prosciolto e di cui hanno archiviato i procedimenti penali.
Per questo, oggi, bisogna tacere. Poiché due "quisque de populo" hanno vinto contro tutti ed erano i meno "attrezzati" per farlo e allora i maggiorenti, i più attrezzati, quelli che lo stipendio lo prendono tutti i mesi (alcuni persino con molti zeri), un po' si vergognano e... tacciono!
segui la trasmissione radiofonica del 19/10/2016 "Onda Libera" su Radio Padania Libera: una libera informazione ancora esiste!

venerdì 7 ottobre 2016

Don Abbondio e la colpa di Lucia: il giornalismo ai nostri tempi


Succede, a volte nella vita, che le letture giovanili diventino attuali così che ci si pente di averle così tanto irrise e trascurate pensandole anacronistiche e troppo romantiche per esser di una qualche guida o giovamento nei tempi moderni.

“È un gran dire che tanto i santi come i birboni gli abbiano a aver l’argento vivo addosso, e non si contentino d’esser sempre in moto loro, ma voglian tirare in ballo, se potessero, tutto il genere umano; e che i piú faccendoni mi devan proprio venire a cercar me, che non cerco nessuno, e tirarmi per i capelli ne’ loro affari: io che non chiedo altro che d’esser lasciato vivere! ...Ci vuol tanto a fare il galantuomo tutta la vita, com’ho fatt’io? ...Un pochino di flemma, un pochino di prudenza, un pochino di carità, mi pare che possa stare anche con la santità ... E poi, se è cosí convertito, se è diventato un santo padre, che bisogno c’era di me? Oh che caos! Basta; voglia il cielo che la sia cosí: sarà stato un incomodo grosso, ma pazienza! Sarò contento anche per quella povera Lucia: anche lei deve averla scampata grossa; sa il cielo cos’ha patito: la compatisco; ma è nata per la mia rovina ...” (A. Manzoni - Cap. 23 – Promessi Sposi)

domenica 2 ottobre 2016

“L'avvocato Ciocchéggiusto”: in uscita il nuovo libro della collana "A ruba"




L'avvocato Ciocchéggiusto”: Guida alla lettura

Il libro riprende il racconto a puntate pubblicato a partire dal settembre 2011 sul settimanale: “L'indipendente Lucano” e dedicato alle gesta giudiziarie e, soprattutto, extragiudiziarie di un avvocato immaginario in cui non è difficile scorgere una figura reale, anzi tante figure realmente esistite.
Diversamente dallo spirito della collana “A ruba”, in questo volumetto non sono riportati nomi e dati di politici, magistrati, avvocati e “quisque de populo” e, nemmeno, risultanze di indagini giornalistiche puntigliose e fastidiose. Non si tratta di un cambio di rotta e, paradossalmente, nemmeno di un cambio di genere letterario.
L'autore ha ritenuto opportuno fornire elementi ulteriori e più approfonditi di lettura delle inchieste già pubblicate nel corso di 12 anni di attività giornalistica e, soprattutto, elementi per comprendere come sia potuto accadere che un giornalista d'inchiesta sia stato costretto a seguire (da indagato o parte offesa) più di 480 procedimenti giudiziari ed 80 procedimenti disciplinari a carico di magistrati; tutto in soli dieci anni.
Dei tanti avvocati “Ciocchéggiusto” che si riconosceranno in questi racconti o che verranno riconosciuti dai lettori, ve n'è qualcuno che ha avuto un ruolo determinante nel perseguire la libertà d'informazione e coloro che hanno avuto l'ardire di scrivere delle sue gesta vere, con linguaggio continente e per fatti di pubblico interesse, senza chieder permessi e senza tributar sottomissione servile.
Questi racconti vogliono essere una testimonianza dei meccanismi mentali e pettegoli tipici delle città di provincia e delle personalità malate d'infantilismo che le popolano ma, ancor più, un monito per quel codazzo di professionisti, magistrati e codardi di ogni estrazione che all'avvocato Ciocchéggiusto tengono bordone; alzando la voce quando si sentono protetti dal branco e abbassando lo sguardo quando t'incontrano da soli.
Non è difficile immaginare cosa pensino quando le trame sono sconfitte e la giustizia trionfa. Loro, che hanno rinunciato per principio e difenderla, preferendo offenderla per poterne abusare e gli altri, i peggiori, quelli che sono stati a guardare, quelli che... danno la colpa a Lucia:
È un gran dire che tanto i santi come i birboni gli abbiano a aver l’argento vivo addosso, e non si contentino d’esser sempre in moto loro, ma voglian tirare in ballo, se potessero, tutto il genere umano; e che i piú faccendoni mi devan proprio venire a cercar me, che non cerco nessuno, e tirarmi per i capelli ne’ loro affari: io che non chiedo altro che d’esser lasciato vivere! ...Ci vuol tanto a fare il galantuomo tutta la vita, com’ho fatt’io? ...Un pochino di flemma, un pochino di prudenza, un pochino di carità, mi pare che possa stare anche con la santità ... E poi, se è cosí convertito, se è diventato un santo padre, che bisogno c’era di me? Oh che caos! Basta; voglia il cielo che la sia cosí: sarà stato un incomodo grosso, ma pazienza! Sarò contento anche per quella povera Lucia: anche lei deve averla scampata grossa; sa il cielo cos’ha patito: la compatisco; ma è nata per la mia rovina ...” (A. Manzoni - Cap. 23 – Promessi Sposi)
di Mattìa Solvéri (alias Nicola Piccenna)


p.s. per prenotare una copia del libro firmata dall'autore, effettuare un bonifico con offerta libera a Nicola Piccenna - c/o Unicredit IBAN: IT 87 E 02008 32974 023271681637 indicando nome e cognome della persona abilitata al ritiro del libro. Sarà possibile ritirare le copie prenotate in occasione delle presentazioni ufficiali della pubblicazione, previste in tutta Italia a partire dal dicembre 2016. Chi volesse ricevere il libro attraverso il servizio postale a domicilio, dovrà aggiungere un contributo di Euro 10,00 (20,00 per estero) per le spese di spedizione ed indicare l'intestatario e l'indirizzo per la consegna.