domenica 19 marzo 2017

Dei limiti di Legge alle sostanze velenose, tossiche, cancerogene e teratogene, francamente me ne infischio


L’Associazione GranoSalus ha divulgato i risultati delle analisi effettuate su campioni di pasta di alcune tra le più note marche produttrici Italiane. La pasta è stata acquistata presso normali esercizi commerciali, cioè dove un qualsiasi cittadino Italiano poteva acquistarli per farne il “pane quotidiano” di evangelica memoria.


Sapete che c’è? Quando mangio la pasta ed il pane che contengano veleni nei limiti di Legge, francamente me ne infischio! Preferisco mangiare solo pane e pasta privi di sostanze tossiche, teratogene, cancerogene e velenose.

Adesso sappiamo cosa hanno mangiato quelli che hanno acquistato gli spaghetti Divella: 381 ppb di DON; 0,110 mg/Kg di Glifosato; 0,044 mg/Kg di Cadmio; per citare la marca che detiene il record di contaminanti in ciascuna categoria. Sappiamo anche che per una dieta ricca di Glifosato anche la Barilla va bene, mentre per chi avesse preferenze per il Cadmio (metallo pesante), dopo la Divella viene subito la De Cecco.


Analisi sugli spaghettiSappiamo che Divella e Molisana, contengono più DON (micotossina teratogena e cancerogena) di quello che le Norme consentono per l’alimentazione dei bambini ma sulle confezioni non c’è scritto “VIETATO AI MINORI” e quindi c’è da pensare che i minori se ne siano cibati.

Chi di voi, se un figlio gli chiede un pesce gli darà una serpe? E chi gli darebbe una pasta con più DON di quello che la Legge considera un limite per l’alimentazione umana?

E questi “limiti” servono poi davvero a garantire la salubrità del cibo? Il limite di DON per gli adulti è 1.700 ppb (in Italia) mentre lo stesso contaminante è dannoso alla salute di un maiale Canadese se supera 1.000 ppb. Delicati questi suini Canadesi! Viene da chiedersi cosa succede ad un abitante del Canada se mangia il prosciutto di un maiale Italiano che può mangiare il doppio di DON del suo omologo Canadese? Viene il sospetto che la fine del cannibalismo tra uomini sia dovuto alla difficoltà di armonizzare le soglie di DON e schifezze varie “tollerabili” per tribù remote poco resistenti al Glifosate.

Dopo la pubblicazione delle analisi, alcuni pastai, alcuni esponenti di organizzazioni industriali o raggruppamenti d’interesse e persino alcuni cittadini che farebbero bene a fare outing (spiegando da chi ricevono la giusta mercede) hanno protestato, in alcuni casi inveito contro GranoSalus chiedendo evidenze scientifiche, prove inconfutabili e minacciando azioni civili e penali.

NESSUNO ha contestato i dati delle analisi e, quindi, possiamo ritenerci liberi e persino autorizzati a scegliere la pasta con meno DON oppure con meno Glifosato (diserbante le cui “gesta” sono ampiamente raccontate in rete) o con meno Cadmio. L’ideale sarebbe non averne affatto di queste schifezze in quello che mangiamo e, pare, che nel grano del mezzogiorno d’Italia ce ne siano davvero poche. http://wisesociety.it/ambiente-e-scienza/glifosato-vietato-italia/

Allora le domande le facciamo noi consumatori alla Granoro che dichiara di usare solo grani della Puglia: davvero nel grano Pugliese ci sono 99 ppb di DON; 0,039 mg/Kg di Glifosato e 0,018 mg/Kg di Cadmio? Diteci da chi comprate questo grano e gli chiederemo a cosa gli serve trattarlo col Glifosato (questo diserbante viene assorbito solo per via fogliare e quindi significa che il trattamento per lasciare residui nel grano viene effettuato quando la spiga è prossima alla maturazione. A cosa serve diserbare un campo di grano che sta per essere raccolto?)

E una domanda a ITALMOPA ed AIDEPI, associazioni polemiche e vigili del “rigore scientifico”: si può avere il dettaglio azienda per azienda della provenienza dei grani destinati alla pasta “Italiana”?

Poi, concludendo la giornata in cui si celebra la “festa del papà”, azzardiamo una risposta: dal prossimo raccolto costituiamo gruppi d’acquisto solidali per acquistare la provvista familiare di grano necessario per il fabbisogno annuo di pasta e pane (adulti: pasta 18Kg, Pane 22 Kg) e gestiamo la pastificazione in proprio con pastifici artigianali. Per il pane è più complicato ma esistono piccoli forni con impastatrice incorporata a meno di 100 euro con cui si può fare in casa. Perché ai nostri figli non daremo una serpe... e nemmeno un piatto di veleni assortiti!

Non ci vuole la sfera di cristallo per prevedere una drastica riduzione di allergie, intolleranze e cose più gravi che, in parte, hanno già compromesso la salute di tanti, ahimè.

Filippo de Lubac (www.toghelucane.blogspot.com)

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